Home Chiesa Cattolica Dare da bere agli assetati. La campagna di misericordia della Chiesa salvadoregna

Dare da bere agli assetati. La campagna di misericordia della Chiesa salvadoregna

L’acqua riconosciuta bene pubblico e diritto umano: la soddisfazione della Chiesa per l'azione di misericordia

acqua
Legionella nel rubinetto di casa

Alla fine la misericordia ha avuto la meglio. In risposta alla mobilitazione della Chiesa, il Parlamento salvadoregno ha modificato l’articolo 69 della Costituzione. E’ la vittoria della campagna della Chiesa per stabilire che l’acqua costituisce un bene pubblico. Esulta l’arcivescovo di San Salvador, monsignor José Luis Escobar Alas. In un video pubblicato sui profili social dell’arcidiocesi, il presidente della Conferenza episcopale salvadoregna (Cedes) dichiara la propria soddisfazione. Ed esprime il pubblico apprezzamento per l’approvazione della riforma costituzionale. A nome di tutte le organizzazioni della società civile impegnate nella tutela dell’ambiente, delle università e della Chiesa e delle altre istituzioni religiose. “Si tratta di una giusta richiesta del popolo e con piena ragione”, afferma il presule. La Chiesa salvadoregna, infatti, assieme a un cartello di realtà della società civile, aveva raccolto 200 mila firme che accompagnavano la proposta di legge di riforma costituzionale.

Acqua pubblica

Dare da bere agli assetati è un’opera evangelica di misericordia. A El Salvador la Chiesa è stata protagonista nella richiesta di una legge equa per la distribuzione e la gestione di questa risorsa preziosa dell’acqua. Lo aveva sottolineato, quando era stato eletto, il presidente Nayib Bukele.”Per oltre un decennio il popolo ha chiesto l’urgente approvazione di una legge generale sull’acqua. Adesso lo stesso popolo è stanco della mancanza di impegno e di volontà di legiferare sull’acqua”, aveva ammonito il leader dell’episcopato salvadoregno Escobar Alas.

Misericordia e riforma

Con 78 voti favorevoli e nessun voto contrario, l’assemblea legislativa dell’El Salvador ha approvato la riforma della Costituzione della Repubblica. E, riferisce il Sir, ha istituito l’acqua come bene pubblico e diritto umano. Quanto stabilito dovrà essere ratificato dalla prossima legislatura. E potrà quindi entrare in vigore il prossimo anno, dopo le elezioni parlamentari. Secondo quanto approvato dai deputati, una delle modifiche riguarda l’articolo 2 della Costituzione. Nel quale si stabilisce che l’acqua sia un diritto umano. Garantisce diritti individuali e fondamentali. Come la vita, l’integrità fisica e morale, la libertà, la sicurezza, il lavoro. A questi si aggiungerebbero l’acqua e le sue strutture igienico-sanitarie.