DALL’ECUADOR ALLA BOLIVIA: INIZIA LA SECONDA PARTE DEL VIAGGIO APOSTOLICO

Dall’Ecuador alla Bolivia per passare alla seconda parte del viaggio in America Latina. Così Papa Francesco dopo esser stato nel Santuario della Vergine del Quinche in Ecuador, dove ha incontrato sacerdoti, religiose e suore,  è atterrato con l’aereo all’aeroporto di El Alto, a 4 mila metri di quota dove ad attenderlo c’era il presidente Evo Morales in compagnia di vescovi e di alcune autorità del Paese.

Gli appuntamenti in terra boliviana sono diversi, a partire dalla Santa Messa nella piazza del Cristo Redentore all’incontro con presbiteri e seminaristi al Coliseo Don Bosco; il discorso al raduno mondiale dei movimenti popolari; l’apertura del 5° Congresso eucaristico nazionale, cerimonia durante cui verranno consegnate le croci missionarie. Particolarmente attesa è la visita ai detenuti in una delle prigioni con le condizioni di vita più dura dell’America latina dove Bergoglio si recherà venerdì.

Il “Centro di riabilitazione” di Palmasola è situato alle porte di Santa Cruz a circa 500 km dalla capitale la Paz, nella quale vivono 5 mila reclusi. Si tratta di un mega carcere dove il Pontefice sarà di passaggio a bordo della papamobile. Francesco conosce bene le condizioni delle prigioni latino americane, il cui sovraffollamento è ben noto ai media locali e internazionali. Proprio due anni fa a Palmalosa morirono 34 detenuti e un bambino di due anni. I feriti in seguito a un scontro tra le bande dei padiglioni furono un centinaio.

Una giornata di sangue rimasta nella storia, una vera e propria battaglia tra detenuti che aggredirono altri reclusi a colpi di “Machete e lanciafiamme” fabbricati in prigione. E’ proprio in questi posti che sembrano appartenere “alla fine del mondo” che Bergoglio ha espresso il desiderio di recarsi, per portare una parola in quelle periferie del mondo molto spesso abbandonate.