Dalla Cei 13 milioni di euro per finanziare progetti per lo sviluppo dei Paesi più poveri

Oltre 13 milioni di euro sono stati stanziati dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) per finanziare 115 progetti del comitato per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del terzo mondo.

Gli ambiti di azione

Formazione, reinserimento socio-professionale, miglioramento dei servizi sanitari: sono questi gli ambiti su cui saranno focalizzati i progetti finanziati grazie ai fondi provenienti dall’8 per mille. L’importo dello stanziamento sarà ripartito tra le diverse iniziative individuate dal comitato: 89 in Africa; 12 in America latina; 13 in Asia; una in Medio oriente.

I progetti in Africa

Tra i progetti in Africa – viene evidenziato in un report diffuso dalla Cei, come riferito dall’Osservatore Romano – è stata segnalata l’edificazione di un sistema di approvvigionamento idrico per i residenti del centro di recupero per persone dipendenti da alcool, droga e fumo di Gouyalé-Tougan in Burkina Faso e la costruzione della scuola di formazione “Pace e diritti umani” nel territorio di Bujumbura, in Burundi.Inoltre, verrà realizzato un centro per la reintegrazione socio-economica dei giovani vittime dell’espulsione e della pulizia etnica a Mweka, nella Repubblica Democratica del Congo, e il consolidamento delle attività dell’ospedale Regina Pacis in Togo, in particolare quelle volte a ridurre la mortalità infantile, quella materna e a combattere l’aids.

I piani di lavoro in America latina

Per quanto riguarda, invece, i 12 piani di lavoro che prenderanno l’avvio in America latina, spiccano la sensibilizzazione ambientale e la formazione della comunità degli Yungas, in Bolivia, attraverso la riforestazione di 75 ettari, e l’accompagnamento al reinserimento socio-professionale dei ragazzi di strada di Haiti. A questi interventi si aggiunge la campagna di durata triennale denominata “Liberi di partire, liberi di restare”, a cui la Cei ha destinato 30 milioni di euro dai fondi dell’8 per mille. La strategia di intervento prevede azioni sulle rotte dei migranti a partire dalle realtà locali nei paesi di origine, in quelli di transito e in Europa. Tra i beneficiari privilegiati soprattutto i minori e le loro famiglie, le vittime della tratta e le fasce più deboli.