Vescovo di Hong Kong a Pechino: la Chiesa in dialogo con la Cina

Prove di distensione, dopo mesi di irrigidimenti, tra le autorità della Cina comunista e la Chiesa con la visita a Pechino del vescovo di Hong Kong, monsignor Stephen Chow

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Dialogo in Cina. Prove di distensione, dopo mesi di irrigidimenti, tra le autorità della Cina comunista e la Chiesa con la visita a Pechino del vescovo di Hong Kong, monsignor Stephen Chow. Nella capitale cinese, riferisce Asia News, il prelato ha partecipato a un momento di preghiera nella cattedrale dell’Immacolata Concezione, accolto dall’arcivescovo Li Shan – che dalla scorsa estate è anche presidente dell’Associazione patriottica dei cattolici cinesi – e da alcune decine di fedeli. Davanti all’altare campeggiava un’immagine di Matteo Ricci, noto in Cina come Li Madou, che papa Francesco nel dicembre scorso ha dichiarato venerabile con la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche, primo passo verso la beatificazione. Il vescovo Chow – gesuita come Matteo Ricci – è il primo vescovo di Hong Kong a recarsi in vista ufficiale alla diocesi di Pechino da quando l’ex colonia britannica nel 1997 è tornata alla Cina.

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Scambi in Cina

Nel 2008 l’allora vescovo coadiutore monsignor John Tong era stato invitato a partecipare alla cerimonia di apertura delle olimpiadi. Ma non gli era stato permesso di incontrare monsignor Li Shan Chow –accompagnato dal vicario generale padre Peter Choy e dal vescovo ausiliare monsignor Joseph Ha – visita a Pechino luoghi e realtà significative della comunità cattolica “ufficiale”. tra cui anche il Seminario teologico dove studiano molti dei futuri preti cinesi. Annunciando questo viaggio – che avviene su invito dell’arcidiocesi di Pechino – monsignor Chow aveva sottolineato “la missione della diocesi di Hong Kong di essere una Chiesa ponte e di promuovere gli scambi e le interazioni tra le due parti”. Questo viaggio molto atteso, sottolinea Asia News, arriva a pochi giorni dallo strappo sul trasferimento a Shanghai del vescovo Shen Bin, deciso unilateralmente da Pechino nonostante l’Accordo con la Santa Sede sulla nomina dei vescovi firmato nel 2018 e rinnovato per la seconda volta nello scorso mese di ottobre.