Chiesto un divieto di pregare in pubblico per gli islamici

Giorgio Ghiringhelli è assurto alle cronache per aver promosso una proposta di iniziativa popolare diretta a far iscrivere nella costituzione il divieto di dissimulare il volto in luoghi pubblici. Un provvedimento che la stampa ribattezzò come “anti-burqa” e che incontrò il consenso del 65,4% degli elettori ticinesi nel 2013.

La nuova proposta

Sei anni dopo l'attivista politico , animatore del movimento “Il Guastafeste”, avrebbe chiesto al Parlamento del Canton Ticino di vietare le preghiere pubbliche degli islamici. Una misura che, secondo quanto riferisce il giornalista George Mills su “The Local Switzerland”, agli occhi di Ghiringhelli si presenterebbe come necessaria “in quanto – si legge nell'articolo – vi è un passaggio nelle preghiere musulmane che contiene un implicito messaggio di odio contro ebrei e cristiani”. La fonte riporta che la commissione parlamentare preposta avrebbe già lasciato cadere la proposta del “Guastafeste”, sebbene il leader di questo movimento non intenda abbandonare la sua campagna. Nelle scorse settimane hanno suscitato delle lunghe discussioni nel Cantone svizzero le immagini di fedeli islamici riuniti in preghiera in luoghi pubblici. Da qui, la richiesta di vietare queste manifestazioni avanzata da Ghiringhelli. 

Il precedente

Gli elettori del Canton Ticino erano stati chiamati ad esprimersi nel settembre del 2013 sulla possibilità di vietare la dissimulazione del volto pubblico. Il quesito chiedeva ai ticinesi se fossero o meno d'accordo con l'inserimento nella Costituzione cantonale di una misura simile. La maggioranza degli elettori aveva fornito un parere positivo, dando così il via libera alla prima legge che di fatto impediva d'indossare il velo integrale nei luoghi pubblici. Chi infrange questo divieto rischia fino a 10 mila euro di multa. Un provvedimento valido anche per i tanti turisti arabi che soggiornano negli alberghi del Canton Ticino.