Vescovo Savino: “In una carezza la tenerezza della pietas”

In occasione della prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, il Pastore della diocesi di Cassano allo Ionio descrive "la carezza della storia"

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Il valore di una carezza. A esplicitarlo è il vescovo di Cassano allo Ionio, monsignor Francesco Savino. In un’intensa lettera alle nonne e e ai nonni. E si rivolge “all’indirizzo dei vostri occhi stanchi. Così pieni di mondo. Così pieni di storia. Di vissuto da raccontare. O di ricordi spenti”. Prosegue monsignor Savino: “Il tempo che stiamo vivendo sembra averci congelato in una sorta di aporia. Cioè nell’incertezza della difficoltà del cambiamento. E questo ha determinato uno smarrimento diffuso. E un’incapacità di rileggere gli eventi con coraggio. Abbiamo accumulato un debito nei vostri confronti. E la pandemia da Covid-19 ce lo ha ricordato. Nel momento in cui vi siete ritrovati a fronteggiare un’altra ennesima battaglia. Spesso con nessuno vicino a cui raccontarla”.

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Il Papa prega con i nonni (fonte: Vatican News)

Enea e Anchise

Aggiunge il presule: “Virgilio narra la fuga di Enea da Troia in fiamme. L’eroe Enea porta sulle spalle il padre paralizzato Anchise. E stringe la mano del piccolo Ascanio. Sospesi in un instante che non è ancora passato. E quindi memoria. E non è già futuro. E quindi attesa. ‘Su, dunque, diletto padre. Salimi sul collo. Ti sosterrò con le spalle. E il peso non mi sarà grave. Dovunque cadranno le sorti, uno e comune sarà il pericolo. Una per ambedue la salvezza’ (Eneide, I libro)”. È in questo soccorrere il padre anziano e malato che si sviscera la particolarità di Enea, l’uomo della pietas, termine quest’ultimo che la modernità tende a ridurre alla commiserazione con una accezione quasi negativa.

La pietas in una carezza

La pietas è il dovere senza obbligo. Devozione senza sentimentalismo. E’ cura. Tenerezza. Giustizia. E clemenza. La metafora di portare il padre malato sulle spalle diventa la possibilità di farsi carico del peso del mondo. Prefigurazione amorosa che spinge il Samaritano a reggere la croce di Gesù. “Vorrei regalare una carezza alle inflessioni del vostro sorriso. Lì dove nascondete il dolore nei solchi delle rughe. Rendendo l’essenziale invisibile agli occhi. Tutti voi siete l’essenziale della storia. L’eternità del presente che è passato e si fa futuro. Tutti voi siete l’insostituibile al cuore di Dio“, conclude il vescovo Savino.