Card. Sako: “L'Occidente non aiuta i cristiani iracheni”

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Il Patriarca caldeo di Baghdad, creato cardinale da Papa Francesco nell'anno in corso, ha parlato della situazione dei cristiani in Medioriente. Lo ha fatto nella Sala Stampa della Santa Sede durante il briefing con i giornalisti al termine della giornata di lavori del Sinodo dei vescovi sui giovani.

Le domande

Gli inviati dei media statunitensi hanno chiesto al presule se i Paesi occidentali stiano aiutando effettivamente le comunità cristiane in Iraq: “Ci sono promesse – ha detto Sako – ma in realtà finora non si fa niente, sia nell'aiutare la gente a tornare nelle proprie case, sia nel favorire il fatto che i rifugiati che sono in Turchia o in Giordania possano andare via”. Il neocardinale ha sottolineato l'importanza di un aiuto che si concentri sul territorio d'origine: “E' necessario aiutare i cristiani sul posto, dare un'occasione, dare speranza”. Concordando con quanto affermato nei giorni precedenti da un altro Padre Sinodale, il metropolita ungherese dei greco-cattolici Fülöp Kocsis, in un'intervista esclusiva ad In Terris, il cardinal Sako ha ringraziato l'Ungheria per il suo impegno concreto a beneficio dei cristiani in Medioriente: “L'Ungheria ha capito bene – ha detto il neoporporato – Invece di ricevere i rifugiati ha dato cinque milioni per aiutare i cristiani di Iraq e Siria a costruire le proprie case. Se i cristiani andassero via da questi Paesi si perderebbe un grande patrimonio. L'America finora non ha fatto niente, ma speriamo che il futuro sia diverso”. Il Patriarca dei caldei non ha mancato di rilevare alcune criticità delle politiche perseguite dagli Usa nel contesto mediorientale: “C'è amicizia con gli americani ma le loro politiche sono sbagliate. Per ogni regime che cambia la situazione peggiora”.

Non bastano gli annunci

Lo scarso sostegno che arriva da parte di governi occidentali come quello statunitense è stato sottolineato anche dal cardinal Turkson, presente anch'egli alla conferenza stampa: “Il nostro ufficio –  ha detto il Prefetto del nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale – coordina molti aiuti anche delle Chiese americane per l'Iraq. Arrivano aiuti dai cittadini, da appartenenti alle Chiese, dai governi invece vengono fatti annunci che poi ancora non trovano attuazione”.