Card. Ruini: “Così si apre all’eutanasia”

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Non è un bel giorno, anzi decisamente brutto”, perché la legge sul testamento biologico – approvata in Senato giovedì scorso – “apre le porte all'eutanasia pur senza nominarla”. E' il j'accuse del cardinale Camillo Ruini in un'intervista a Repubblica.

L'intervista

L'ex presidente della Cei si scaglia contro quanti vorrebbero interpretare le parole di Papa Francesco come un benestare al provvedimento di legge passato al Senato con 180 voti a favore, 71 contrari e 6 astenuti. “Il Papa”, spiega Ruini, “escludeva giustamente l'accanimento terapeutico, ma escludeva con forza anche l'eutanasia. Questa legge, invece, all'eutanasia apre le porte, pur senza nominarla. È un modo di procedere un po' ipocrita, simile a quello usato per legittimare di fatto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, senza chiamarlo matrimonio ma parlando di unioni civili, che poi di fatto finiscono per avere tutta la sostanza di un matrimonio”.

I Dat

La legge parla di “disposizioni anticipate di trattamento” e riguarda il consenso informato del paziente cosciente, quindi capace di esprimere direttamente le proprie volontà sulle cure, in previsione di una malattia che renda impossibile autodeterminarsi. In ogni momento il malato può rivedere le sue decisioni anche se la revoca riguarda l'idratazione e la nutrizione artificiali.

“Si tratta di 'disposizioni anticipate' – spiega ancora il cardinale Ruini – cioè di decisioni che una persona prende prima di trovarsi nella situazione per la quale decide. Spesso le prende quando è sana, ma quando ci troviamo concretamente in quelle situazioni – evidenzia – la nostra percezione di solito cambia”.

Obiezione di coscienza

Il porporato poi puntualizza un punto fondamentale ma controverso: la possibilità all'obiezione di coscienza per i medici e i sanitari non evidenziata sul testo di legge. Obiezione di cui ha già detto di volersi avvalere tutto lo staff medico del Cottolengo, struttura fondata nell’Ottocento dal santo torinese Giuseppe Benedetto Cottolengo e diventata con il tempo sinonimo di aiuto ai malati nelle condizioni più gravi.  

“Il medico, cattolico o anche non cattolico, conserva il diritto di non agire contro la propria coscienza, quindi di non operare per porre fine alla vita di quel paziente. Può fare dunque obiezione di coscienza, anche se la legge ora approvata non lo prevede: è questo uno dei suoi più gravi difetti“, dice Ruini.

Il caso Welby

Infine, il porporato viene intervistato anche sul caso Welby, rivendicando di aver fatto la cosa giusta, nel 2006, quando vennero negati i funerali religiosi chiesti dalla madre di Piergiorgio: “La volontà da lui liberamente espressa confliggeva con l'insegnamento della Chiesa”, evidenzia. Tuttavia, conclude Ruini, “questo non significa in alcun modo, come ho precisato subito, che per lui non si possa pregare, e tanto meno che sia chiusa per lui la porta della salvezza eterna”.