Il card. Lojudice è il nuovo pastore della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza

La nomina di Papa Francesco è stata resa nota oggi. Riportiamo il testo integrale della lettera che il card. Lojudice ha inviato alla diocesi

“Carissimi, vorrei porgere un caro e affettuoso saluto all’intero popolo di Dio: sacerdoti, religiosi e diocesani, consacrati e consacrate, associazioni e l’intero laicato. Voglio esprimere anche stima e vicinanza a tutte le autorità civili e militari. Ancora una volta il Signore non finisce di stupire: la Chiesa mi chiede di accogliere sotto la mia responsabilità un’altra comunità diocesana, la vostra anzi la “nostra”, quella di Montepulciano – Chiusi – Pienza. Come tre anni fa, si tratta di un territorio molto ricco di tradizioni, cultura e spiritualità, santità, storia e tanto altro”. Inizia così la lettera di saluto che il cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo Metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, ha indirizzato agli abitanti della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza di cui è stato nominato Vescovo da Papa Francesco. Il Pontefice ha unito in persona gli episcopi delle sedi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Montepulciano-Chiusi-Pienza.

La lettera del Card. Lojudice

“Dalle cronache apprendo che la diocesi di Chiusi è la più antica, eretta nel III secolo. La diocesi di Pienza nel 1462 da papa Pio II Piccolomini, originariamente unita in persona episcopi alla diocesi di Montalcino. La diocesi di Montepulciano fu eretta nel 1561 da papa Pio IV. Nel 1772 le diocesi di Chiusi e di Pienza furono unite. Mons. Alberto Giglioli, dal 1970 al 1975 Vescovo Ausiliare dell’Amministratore Apostolico di Montepulciano Mario Jsmaele Castellano (Arcivescovo di Siena), fu nominato il 7 ottobre 1975 vescovo delle tre diocesi di Chiusi, Pienza e Montepulciano, che si trovarono ad essere così unite in persona episcopi. Il 30 settembre 1986 il territorio della diocesi di Montepulciano venne unito con quello di Chiusi e Pienza. Una storia articolata, complessa ma che ci dimostra l’intenso legame tra le nostre due diocesi” si legge ancora nella lettera.

Un territorio e una comunità, anzi delle comunità, che vanno ad incontrarsi con quelle che in questi tre anni ho conosciuto ed accompagnato; comunità alle quali ho cercato di annunciare il Vangelo nella semplicità, nell’immediatezza di un rapporto sereno e costante, così come ho potuto. Si apre ora un nuovo capitolo che certamente costituisce per me un altro impegno ma che sicuramente arricchirà la mia e la nostra esperienza di Chiesa. Non faccio fatica a vedere nelle due Chiese, nelle due diocesi, due Chiese sorelle, con un territorio comune, una storia comune, una storia che ritorna, di avvicinamento e incontro. Credo che per tutti quanti noi si allarghi una prospettiva, si aprano altre esperienze di vicinanza, di prossimità, di collaborazione non per unificare o peggio ancora appiattire ma per integrare, per ottimizzare, per condividere forze, energie ed esperienze che potranno aiutare tutti a camminare insieme sulle vie del Vangelo. So che tanti dei sacerdoti conoscono i sacerdoti dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, avendo studiato insieme negli anni di seminario – scrive il card. Lojudice -. Avete condiviso e condividete attività, incontri, iniziative. Tutto questo non può che facilitare il nostro compito di avvicinare queste due bellissime realtà, unite da ora nella mia persona, nella persona del Vescovo. Sarà un impegno ancora più gravoso, che mi porterà sicuramente a correre ancora di più: proverò a farlo volentieri e con serenità, consapevole dell’azione della grazia di Dio e dell’aiuto e del contributo di tutti quanti voi, popolo di Dio, sacerdoti e laici”.

Così come ho fatto e sto facendo a Siena, vorrei incontrare le parrocchie e le comunità, poterle conoscere come sono, nella loro realtà e concretezza, con le loro gioie e i loro dolori. Spero di riuscire a condividere almeno un po’ la vita di tutti voi confratelli sacerdoti, con quella “nostalgia della parrocchia e dell’essere parroco” che porto sempre nel cuore. Vorrei visitarvi e celebrare con voi non solo nei momenti solenni, ufficiali ma anche nella vita quotidiana, ordinaria. Vorrei vedere non ‘la parrocchia che non c’è’, ma quella vera, concreta, fatta anche di “banchi vuoti” e tante preoccupazioni.
Un pensiero particolare alle famiglie, in particolare a quelle che portano il peso, la croce di una malattia, di una sofferenza, di una disabilità, di una crisi economica; ad ogni persona, di qualunque credo o fede religiosa, in particolare a tutti quelli che sono costretti a fuggire dai loro paesi d’origine cercando una vita migliore; ai lontani, a chi non frequenta la chiesa, a chi si considera non credente: è da un dialogo costante e sincero con tutti, proprio in questo “cammino sinodale” che stiamo vivendo, che possono venir fuori le soluzioni giuste per un futuro più sereno, in particolare per le giovani generazioni. Si, non posso non pensare e salutare in particolare voi, cari giovani – si legge ancora nella lettera -. Ha scritto papa Francesco nella “Christus vivit”: «Essere giovani è una gioia, un canto di speranza, un momento prezioso e non solo una fase di passaggio» perché «un giovane è una promessa di vita, non un tempo sospeso» … «i sogni più belli si conquistano con speranza, pazienza e impegno, non stando al classico balcone». «Dio ti ama», «Cristo ti salva», «Egli vive»: Cristo è giovane, la Chiesa ha un volto giovane, voi siete il presente del mondo e l’adesso di Dio. Contro tutti i modi di leggere la loro vita, la loro condizione, la troppo diffusa abitudine a non ascoltarli o a darli per scontati, Papa Francesco ci tiene a dire: “Il cuore di ogni giovane deve essere sempre considerato “terra sacra”, portatore di semi di vita divina davanti al quale dobbiamo “toglierci i sandali” per poterci avvicinare e approfondire il Mistero”». Ringrazio il nostro papa Francesco della fiducia che ancora una volta ha voluto accordarmi. Saluto e ringrazio Monsignor Manetti, che ho imparato a conoscere ed apprezzare in questi tre anni della mia presenza in Toscana e al quale mi lega una bella amicizia. A lui auguro ogni bene, per un ministero serio e proficuo nella nuova diocesi di Fiesole che gli è stata affidata. Ci proteggano e ci accompagnino tutti i santi, in particolare i santi patroni e Maria Santissima Assunta in cielo, Patrona sia della cattedrale di Siena che di quella di Montepulciano”.

Il curriculum vitae del card. Lojudice

Il Card. Augusto Paolo Lojudice è nato a Roma il 1° luglio 1964. Si è preparato al sacerdozio presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore e ha frequentato i corsi di Filosofia e Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana dal 1983 al 1988. Ha conseguito la Licenza in Teologia con specializzazione in Teologia Fondamentale. È stato ordinato sacerdote il 6 maggio 1989 per la Diocesi di Roma. Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto i seguenti incarichi: Vicario Parrocchiale di S. Maria del Buon Consiglio (1989-1992); Vicario Parrocchiale di S. Vigilio (1992-1997); Parroco di S. Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca (1997-2005); Padre Spirituale al Pontificio Seminario Romano Maggiore (2005-2014). Dal 2014 al 2015 è stato Parroco di S. Luca Evangelista al Prenestino. È stato eletto Vescovo titolare di Alba Marittima ed Ausiliare di Roma il 6 marzo 2015 ed ha ricevuto la consacrazione episcopale il 23 maggio successivo. Il 6 maggio 2019 è stato nominato Arcivescovo Metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino. Nel Concistoro del 28 novembre 2020 è stato creato Cardinale del Titolo di Santa Maria del Buon Consiglio. È Membro del Dicastero per i Vescovi. All’interno Conferenza Episcopale Italiana è Membro della Commissione per le Migrazioni e nella Conferenza Episcopale Toscana è Delegato per le Migrazioni e per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese.