Buon compleanno, Santo Padre

Il 17 dicembre del 1936 nasceva a Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. La sua era una famiglia di emigranti piemontesi: il padre Mario faceva il ragioniere nelle ferrovie, la madre Regina era casalinga e si occupava dei suoi cinque figli.

La vocazione

La chiamata al sacerdozio arriva a 16 anni e molti anni dopo, quando già siede sul soglio pontificio, la spiega in questo modo: “Un giorno ho sentito – ma di colpo – quando avevo sedici anni che il Signore voleva che io fossi prete. Eccomi! Sono prete. Questa è la risposta. Si sente nel cuore”. Il giovane Bergoglio entra in seminario e sceglie l'ingresso nella Compagnia di Gesù. In un'intervista a padre Spadaro sul “La Civiltà Cattolica”, Papa Francesco spiegherà con queste parole la sua decisione: “Io volevo qualcosa di più ma non sapevo che cosa. Ero entrato in seminario. I domenicani mi piacevano e avevo amici domenicani ma poi ho scelto la Compagnia, che ho conosciuto bene perchè il seminario era affidato ai gesuiti. Della Compagnia mi hanno colpito tre cose; la missionarietà, la comunità e la disciplina. Curioso questo, perchè io sono un indisciplinato nato, nato, nato. Ma la loro disciplina, il modo di ordinare il tempo, mi ha colpito tanto”.

Da rettore a cardinale

Nel 1973 viene eletto superiore provinciale dei gesuiti argentini in un periodo storico non facile per il Paese sudamericano. Al termine di questa difficile esperienza, il futuro Papa vive una fase complicata che lui stesso racconterà poi in un dialogo con il sociologo Dominique Wolton. Nel 1980 diventa il rettore del Colegio Máximo, l'istituto dove lui stesso si era formato in gioventù; manterrà questa carica fino al 1986. Alla morte del cardinale Antonio Quarracino nel 1998, Bergoglio gli succede come Arcivescovo di Buenos Aires. Assunto questo titolo egli va subito a vivere in un piccolo appartamento lasciando vuota la sfarzosa residenza episcopale. Nel Concistoro del 21 febbraio del 2001 San Giovanni Paolo II gli conferisce la porpora. Alla guida dell'Arcidiocesi di Buenos Aires, il cardinale Bergoglio si distingue per la sua apertura al dialogo con le altre comunità religiose, si fa in più occasioni custode della dottrina di sempre che difende anche nelle relazioni con le autorità civili. Non ha paura di dire come la pensa e questo comporterà più di qualche frizione con il governo argentino. Secondo la famosa ricostruzione del vaticanista Lucio Brunelli, Bergoglio risulta il secondo più votato durante il Conclave del 2005 da cui uscì poi eletto Benedetto XVI.

L'elezione

La rinuncia del Papa tedesco è un evento epocale per la storia contemporanea della Chiesa cattolica. I cardinali riuniti in Conclave scelgono il loro confratello Bergoglio come successore di Benedetto XVI. Il 13 marzo del 2013 il protodiacono cardinale Jean Louis Pierre Tauran annuncia l'Habemus papam. Il primo Papa gesuita della storia sceglie di chiamarsi Francesco. Affacciato alla loggia centrale di San Pietro, il nuovo Pontefice rivolge il primo saluto ai fedeli, dicendo: “Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza”.

Il pontificato

In questi cinque anni di Pontificato, Francesco ha lasciato un'impronta profondissima nella storia della Chiesa. Sarà difficile tornare indietro dopo di lui. Oggi il Papa compie 82 anni, determinato più del primo giorno a portare avanti quel cammino di fratellanza  – vescovo e popolo – cominciato una sera romana di cinque anni fa. 

Gli auguri della Cei

A Papa Francesco sono arrivati gli auguri dei Vescovi italiani con un messaggio firmato dal cardinal Bassetti e da monsignor Russo, rispettivamente presidente e segretario generale della Cei. Nellalettera di augurio si legge:  “Con il Suo magistero e la Sua personalità (…) Lei ci interroga e provoca a essere una Chiesa immersa nella storia, Chiesa capace di non scandalizzarsi delle contraddizioni e dei ritardi, Chiesa attenta a riconoscere i segni dello Spirito ovunque si manifestino. Lei, Santità, ci aiuta ad aprire sui poveri gli occhi e il cuore, spingendoci a farci loro prossimo con la comprensione benevola e creativa della carità. Lei ci riporta alla freschezza liberante di una Parola che si è fatta carne e chiede di essere annunciata nella sua conformità con i fatti. Beatissimo Padre, in questo giorno di festa Le auguriamo di sentire la riconoscenza di tutta la nostra Chiesa e di sperimentare – come riflesso della Sua testimonianza – le ricchezze inestimabili che la Grazia suscita in questo nostro tempo. Il Suo incessante invito a non dimenticarci di pregare per Lei è il dono più prezioso che Le assicuriamo a nome di tutte le Comunità ecclesiali che sono in Italia. Auguri di vero cuore, Santità”.