Bergoglio: “Non lasciare gli affamati in balia delle onde”

Chi è affamato di pane e di giustizia non va lasciato inbalia delle onde“. Papa Francesco è tornato sul tema dell'immigrazione durante il discorso rivolto ai Maestri del Lavoro, ricevuti in Vaticano. Il Pontefice ha messo in guardia dalla “comoda illusione che, dalla ricca tavola di pochi, possa 'piovere' automaticamente il benessere per tutti“.

Troppe diseguaglianze

Secondo Bergoglio, “una società che non si basi sul lavoro, che non lo promuova concretamente, e che poco si interessi a chi ne è escluso, si condannerebbe all'atrofia e al moltiplicarsi delle disuguaglianze“. All'opposto, ha osservato il Papa, “una società che, in spirito sussidiario, cerchi di mettere a frutto le potenzialità di ogni donna e ogni uomo, di ogni provenienza ed età, respirerà davvero a pieni polmoni, e potrà superare gli ostacoli più grandi, attingendo a un capitale umano pressoché inesauribile, e mettendo ognuno in grado di farsi artefice del proprio destino, secondo il progetto di Dio”. 

Rinnovare la società

Rinnovare il lavoro in senso etico, ha spiegato, “significa rinnovare tutta la società, bandendo la frode e la menzogna, che avvelenano il mercato, la convivenza civile e la vita stessa delle persone, soprattutto dei piu' deboli”. Per fare questo, ha aggiunto, “per testimoniare cioè i valori umani ed evangelici in ogni contesto e in ogni circostanza, è necessaria una tensione alla coerenza nella propria vita. C'è bisogno di concepire la totalitàdella propria vita come una missione”. Francesco ha chiesto dunque agli imprenditori premiati dal Presidente della Repubblica, “uno spirito oblativo“, che sia espressione dell'”amore per i fratelli che brucia dentro come un carburante spirituale che a differenza di quelli fossili, non si esaurisce ma si moltiplica con l'uso”. 

Costruire il bene comune

La speranza in un futuro migliore – ha detto il Papa dopo aver proclamato che “il primo diritto è quello alla speranza” – “passa sempre dalla propria attività e intraprendenza, quindi dal proprio lavoro, e mai solamente dai mezzi materiali di cui si dispone. Non vi è infatti alcuna sicurezza economica, né alcuna forma di assistenzialismo, che possa assicurare pienezza di vita e realizzazione personale. Non si può essere felici senza la possibilità di offrire il proprio contributo, piccolo o grande che sia, alla costruzione del bene comune“.

Valorizzare l'Italia

Francesco si è soffermato anche sul tema del Convegno dei Maestri del Lavoro, incentrato sulla valorizzazione delle risorse paesaggistiche e culturali dell'Italia. “I tesori del passato – ha poi concluso – vivono attraverso il tempo grazie alla cura di coloro a cui sono affidati, e l'ineguagliabile eredità di arte e cultura in Italia costituisce un potenziale unico, da mettere a frutto con politiche avvedute e strategie di lungo termine. Anche a voi, dunque, Maestri del Lavoro, spetta il compito morale e civile di diffondere, promuovere e ampliare la cura del Bel Paese”.