Bergoglio: “Chiesa sia umile, povera e confessi le sue miserie”

“La grande virtù della Chiesa dev’essere di non brillare di luce propria”, ma “della luce che viene dal suo Sposo” illuminando l’umanità. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’omelia mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha meditato sull’episodio del Vangelo odierno dove una vedova mette due spiccioli nel tesoro del tempio, mentre i ricchi vi gettano grosse cifre per loro superflue. Il Santo Padre ha sottolineato la differenza tra la Chiesa tentata dalla vanità e la “Chiesa povera”. La comunità ecclesiale, ha continuato il Papa, è “un po’ vedova perché aspetta il suo Sposo che tornerà. Ma ha il suo Sposo nell’Eucaristia, nella Parola di Dio, nei poveri”. “Questa vedova – ha spiegato – non era importante, il nome di questa vedova non appariva nei giornali. Nessuno la conosceva. Non aveva lauree, niente. Non brillava di luce propria”. Secondo il vescovo di Roma “nei secoli, quando la Chiesa ha voluto avere luce propria, ha sbagliato”.

Ha osservato, inoltre, che ogni servizio che noi facciamo nella Chiesa “senza questa luce non va bene: fa che la Chiesa diventi o ricca, o potente, o che cerchi il potere, o che sbagli strada, come è accaduto tante volte nella storia e come accade nelle nostre vite, quando noi vogliamo avere un’altra luce, che non è proprio quella del Signore: una luce propria”. La Chiesa è fedele quando è umile, povera e confessa le sue miserie, dicendo: “Ma, io sono oscura, ma la luce mi viene da lì!”. Il successore di Pietro ha concluso invitando a pregare “questa vedova che è in Cielo” affinché “ci insegni a essere Chiesa così, gettando dalla vita tutto quello che abbiamo: niente per noi. Tutto per il Signore e per il prossimo”.