BERGOGLIO A SANTA MARTA: “LA CHIESA DEVE ESSERE MADRE, NON UN’ASSOCIAZIONE RIGIDA”

In questi tempi in cui la gente si sente orfana, in cui forte è il senso della “orfanità”, la Chiesa deve essere sempre più “madre”, non “un’associazione rigida” che alla fine si trasforma essa stessa in “un’orfana”. E’ quanto il Santo Padre ha detto durante l’omelia della messa a Santa Marta, alla quale hanno partecipato i cardinali del C9, riuniti in Vaticano fino a domani per l’undicesima sessione dei loro lavori, incentrati sulla riforma della Chiesa.

Commentando il passo del Vangelo in cui Gesù dalla croce, si rivolge a Maria e al discepolo Giovanni, Papa Francesco ha spiegato che “questa Parola ha un’importanza grande, l’importanza che Gesù ci dice: ‘Non vi lascio orfani, vi do una madre’. E questo anche è il nostro orgoglio: abbiamo una madre, una madre che è con noi, ci protegge, che ci accompagna, che ci aiuta, anche nei tempi difficili, nei momenti brutti”.

Il Pontefice ha raccomandato che la Chiesa sia una “madre tenera” e “non un associazione senza calore umano”. I monaci russi, ha rammentato, dicono che “nei momenti delle turbolenze spirituali dobbiamo andare sotto il mantello della Santa Madre di Dio” e così la madre “ci accoglie e ci protegge e si prende cura di noi”. Ma “questa maternità di Maria – ha ripreso – possiamo dire che va oltre Lei, è contagiosa”. Francesco ha spiegato che non si può pensare alla Vergine senza pensare come una figura materna.

Ma anche “la Chiesa è madre. E’ la nostra ‘santa madre Chiesa’, che ci genera nel Battesimo, ci fa crescere nella sua comunità e ha quegli atteggiamenti di maternità, la mitezza, la bontà: la Madre Maria e la madre Chiesa sanno carezzare i loro figli, danno tenerezza. Pensare la Chiesa senza questa maternità è pensare a un’associazione rigida, un’associazione senza senza calore umano, orfana”.

“La Chiesa è madre e ci riceve a tutti noi come madre: Maria madre, la Chiesa madre”, una maternità che “si esprime negli atteggiamenti di umiltà’, di accoglienza, di comprensione, di bontà, di perdono e di tenerezza”. “E dove c’è maternità e vita – ha insistito – c’è vita, c’è gioia, c’è pace, si cresce in pace. Quando manca questa maternità non si sa sorridere. Una delle cose più belle e umane è sorridere a un bambino e farlo sorridere”.