Beatificazione Paolo VI, una veste musicale d’eccezione

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Domani la beatificazione di Papa Paolo VI in Piazza San Pietro che segnerà la fine del Sinodo straordinario sulla famiglia. Anche Papa Benedetto XVI sarà presente, lo ha confermato il direttore della sala stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi. “Joseph Ratzinger aveva ricevuto la porpora da Papa Montini nel 1977 ed è molto legato al suo ricordo”, ha spiegato P.Lombardi sottolineando che ci sono anche due cardinali nominati da Paolo VI ancora viventi: l’ex arcivescovo di San Paolo del Brasile Paulo Evaristo Rans e l’ex penitenziere di Santa Romana Chiesa, lo statunitense William Baum. La cerimonia è stata programmata in questa speciale occasione perché fu Paolo VI che indisse il primo Sinodo dei vescovi, nel 1965. Come reliquia del Beato ci sarà la maglietta insanguinata che indossava quando fu vittima di un attentato a Manila nel 1970. 
Migliaia di fedeli da tutto il mondo parteciperanno alla S.Messa e per l’occasione la liturgia avrà una veste musicale d’eccezione. L’inno scritto per la Beatificazione di Paolo VI è un inno a Cristo dove si rende grazie attraverso la vita di Paolo VI. Il cuore dell’inno, scritto da Eugenio Costa, sintetizza tutta la vita del Beato: al centro Cristo e l’evangelizzazione. Due grosse presenze: il coro del Duomo di Milano che canterà insieme alla Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, il cardinale Montini fu arcivescovo di Milano e proprio in quegli anni ci fu un grande approfondimento di tutto il canto ambrosiano. Inoltre ci sarà la presenza di un coro della diocesi di Brescia unito ad un coro inglese, che verrà per l’occasione, per un totale di circa 270 persone.
Una cerimonia straordinaria anche dal punto di vista del servizio di sicurezza: Piazza San Pietro, simbolo della cristianità, è considerata un obiettivo sensibile delle cellule terroristiche jihadiste segnalate in Europa. Il piano di sorveglianza è stato predisposto ai massimi livelli, anche con la collaborazione dei servizi segreti di diverse potenze straniere.
Nato a Concesio, in provincia di Brescia, il 26 settembre del 1897, Giovanni Battista Montini fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1920. L’elezione a Pontefice avvenne il 21 giugno 1963. A lui si deve l’incoraggiamento all’apertura della Chiesa verso il mondo moderno ma anche il rispetto della tradizione. Iniziò la prassi dei viaggi, non solo in Italia, arrivando in tutti i continenti e visitando, a partire dalla Terra Santa, India, Colombia, Turchia fino a spingersi in estremo Oriente e in Oceania. Di lui si ricorda anche il discorso all’assemblea dell’Onu nel 1965. Nel viaggio nelle Filippine del 1970 fu anche bersaglio dell’attentato di uno squilibrato, che si scagliò contro di lui con un pugnale. Nella cattedrale di Manila è ancora conservata la Croce Astile, dono del Pontefice in segno di riconoscenza.
Prima di morire Papa Montini, nel discorso del 29 giugno 1978 dichiarò la “difesa della vita umana” insieme alla “tutela della fede” al centro del bilancio del suo pontificato. Il miracolo attribuito alla sua intercessione riguarda proprio questo ambito: “la guarigione di un feto, di una vita che non era ancora sbocciata nella storia”. Presso la Congregazione per le Cause dei Santi c’è stata la valutazione della commissione medica che ha stabilito l’inspiegabilita’ dell’accaduto e il ragazzo oggi sta bene, ha 13 anni e va a scuola insieme ai suoi coetanei, né lui né la sua famiglia saranno presenti domani alla cerimonia per “motivi di privacy”. Papa Francesco, il 9 maggio di quest’anno, ha autorizzato il prefetto delle Cause dei santi, card. Angelo Amato, a promulgare il decreto sul miracolo, stabilendo per domani 19 ottobre la data della beatificazione.