Bassetti: “L'appello di don Sturzo risuona ancora oggi”

Nel centenario dell'appello ai “liberi e forti” pronunciato da don Luigi Sturzo, il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha celebrato una Messa nella basilica dedicata ai Santi dodici Apostoli a Roma. E' proprio in questo luogo sacro che il sacerdote sicialiano guidava un gruppo di credenti alla preghiera prima di “offrire il loro servizio politico all'Italia del primo dopoguerra lacerata da divisioni ideologiche, economiche e sociali”, ha ricordato il porporato.

“Appello di don Sturzo ancora attuale”

Bassetti ha sottolineato il ruolo civile svolto anche da Gesù, come emerge dal Vangelo odierno che parla della guarigione del paralitico. “Gesù – la sua riflessione – è tornato in città e non è rimasto fuori dal luogo abituale in cui gli uomini vivono!” e dunque “vi abbia anche in un certo modo esercitato un ruolo civile, che certamente si esprimeva attraverso l’interessamento per la vita di quella povera gente, che viveva principalmente grazie alla pesca e ai commerci”. “È questo il passo – ha proseguito il cardinale Bassetti nella sua riflessione – che ci permette di ritenere ancora attuale l’Appello di don Luigi Sturzo ai liberi e forti. Un messaggio che ci permette di cogliere in tutta la sua portata il valore storico-sociale dell’opera di don Sturzo, un uomo che, dall’esperienza concreta del suo vissuto di sacerdote, ebbe l’intuizione di chiamare a raccolta i cattolici liberi dalle pastoie e dagli interessi di parte e forti nello spirito, per offrire un servizio all’intero paese, lacerato da lotte sociali talora strumentalizzate da logiche di potere e da visioni contrastanti, sullo sfondo di uno scenario economico-sociale devastato dalla guerra e da povertà diffusa”. L'arcivescovo di Perugia ha poi voluto rilevare “l’amore di Sturzo per i poveri”, che “non è un epidermico sentimento di filantropia, né è dettato da un superficiale sentimentalismo, ma è un fatto consapevolmente cristiano fondato sulla fratellanza comune per la divina paternità“. L’impegno politico diventa dovere morale e atto d’amore e oggi, a distanza di cento anni, ha ricordato il presidente della Cei, “questo appello risuona nell'animo di quanti hanno a cuore le sorti del Paese, ancora una volta lacerato e diviso; risuona nell’animo di quanti sentono quella spinta ideale che vede nella difesa della vita e nella promozione umana il motivo di fondo di ogni impegno sociale”. 

“Preghiamo perché l'Italia ritrovi concordia e fraternità”

Secondo il cardinale “siamo di fronte alla storia di un uomo, di un sacerdote che ha percorso la strada della santità e dell’impegno cristiano attraverso un particolare impegno pubblico; egli lo ha fatto per amore del Cristo che ha scorto sofferente nei suoi concittadini nudi e affamati, lo ha fatto per amore della Chiesa, nella compagine laicale del suo tempo fortemente divisa e in conflitto; lo ha fatto per il suo amato Paese, che vedeva preda delle fazioni più estreme, nell’oscuramento dei valori della dignità umana e del progresso civile – così ha concluso il cardinale Bassetti -. Ricordando quell’ora intensa di preghiera, qui in questa insigne basilica chiediamo anche noi quest’oggi al Signore che volga il suo sguardo di amore e di misericordia sulla sua Chiesa e su tutta la società civile italiana perché possa ritrovare la via della concordia e della fraternità, e ogni uomo e ogni donna di questo Paese possa sempre veder riconosciuti i propri diritti nella solidarietà e nella giustizia“.