Avere con sé il Rosario non è mai peccato

Non ho alcuna intenzione di entrare in discorsi politici, ma l’atteggiamento assunto da alcuni religiosi sulla “ostentazione” del Santo Rosario mi dà fastidio. Io vivo la mia Fede cristiana da peccatore. Non sono di certo un santo: ho fatto tanti errori nella mia vita e ho chiesto perdono a Dio e aiuto per non commetterli ancora. Oggi mi resta sempre più difficile inginocchiarmi, ma lo faccio la domenica, alla Messa e prego sempre per la mia famiglia, per le persone che amo e che amerò sempre come mio padre e mia madre, i miei fratelli, mia moglie, i miei figli, le persone care che mi sono accanto e che lo sono state. Da anni non riesco ad uscire di casa senza portare in tasca il Santo Rosario. Ci sono state circostanze in cui l’ho dimenticato a casa e mi sono sentito disarmato. Difficilmente uso la parola demonio, più spesso utilizzo quella del “nemico del piano di sotto” perché ne ho timore. Ma questo signore ha paura del Santo Rosario.

Un'arma formidabile

Da ragazzo ho fatto tante novene e recitato tanti rosari e mi sono affidato a Maria perché mi assista nell’ultimo minuto della mia vita e sono certo che questo avverrà. Su invito di Don Aldo, qualche anno fa, ho tenuto una conferenza a Roma ad un Corso per Esorcisti alla Università “Regina Apostolorum“ e, prendendo in mano il Santo Rosario, ho detto loro: “Avete un’arma formidabile e qualcuno di voi non sa usarla. Chi potrà mai dire di no alla Mamma?”. Avere con se il Santo Rosario non è mai un peccato, così pure affidare se stessi alla Vergine. E quando ho avuto responsabilità di comando ho pregato per i miei collaboratori e le mie collaboratrici. Quando con don Oreste e don Aldo le notti andavamo sulle strade per portare via le ragazze che la malavita obbligava a prostituirsi, Don Oreste dava loro il Santo Rosario, una coroncina di stoffa che ragazze come loro, più fortunate, avevano intrecciato. Io spero che un Governo si formi per questo nostro Paese o Nazione, e lo spero
per la nostra Italia, per i nostri figli e per noi stessi. E spero che gli uomini e donne della politica riflettano per il bene dei loro concittadini e non per interesse personale. Ma tengo a sottolineare che portare la corona del Rosario sempre addosso aiuta l'anima, e voglio sperare che nessuno mi appiccichi, per questo, una etichetta politica.

La venerazione

“L’amore dei Santi alla corona del Rosario è pari alla stima che essi nutrivano per questa preghiera. Con venerazione essi portavano questo piccolo oggetto sacro, con devozione lo adoperavano, con premura lo custodivano. “Bacerò la corona ogni volta che la prenderò in mano”: è il proposito del giovanissimo Servo di Dio Fratel Sebastiano Aniceto; un proposito comune a tanti Santi. In particolare, una caratteristica molto frequente nei Santi è quella di portare costantemente la corona del Rosario fra le mani o al collo o legata al polso. I Santi non volevano separarsi mai da questa celeste ghirlanda, che era per loro di conforto e di aiuto. C’era chi non riusciva a predicare se non aveva la corona fra le mani. “Senza la corona – diceva Don Giacomo Alberione – non sono capace di fare neanche un’esortazione“.

L'esempio dei santi

Il giovane modello, S. Giovanni Berchmans, imitando il suo Padre Fondatore, S. Ignazio di Loyola, amava portare la corona del Rosario al collo, e spesso lo si sentiva ripetere giulivo: “Non mi è più possibile sfuggire all’amore di Maria, mi ha legato per il collo”. Sant'Ignazio da Laconi, prima ancora di diventare il miracoloso frate cappuccino, portava già la corona del Rosario sempre fra le mani, tanto che la gente si sarebbe meravigliata se l’avesse visto senza corona. San Francesco di Sales portava sempre con sé il Rosario e faceva in modo che tutti lo vedessero per essere invogliati a pregare la Madonna. Per la notte, santa Bernardette ci raccomanda questo segreto: “Alla sera, quando andate a dormire, prendete la corona; addormentatevi recitandola; farete come quei bambini che si addormentano, chiamando con voce sempre più fioca: mamma… mamma…”.

Il ricordo

Ad alcuni giornalisti che l’intervistavano la mamma di Santa Maria Goretti rivelò questi particolari edificanti sulla sua angelica figlia: “Marietta nacque in ottobre, nel mese dedicato alla Madonna del Rosario. L’avevo consacrata alla Madonna fin dai primissimi tempi della sua vita. Presto ella imparò a recitare il Santo Rosario e lo portava sempre fra le mani o lo teneva attorcigliato al polso come fosse un gingillo, non lo lasciava mai… E con il Rosario al polso affrontò il martirio”. Difatti, la corona del Rosario fu trovata spezzata sul
corpo dell’angelica fanciulla, dopo la lotta per salvare la sua verginale purezza. Portiamola sempre con noi la corona. Il demonio ha paura di quest’arma. La Serva di Dio Edvige Carboni subì più volte l’assalto del demonio che le rubava la corona e gliela spezzava. Ella si dispiaceva quando veniva a sapere di persone devote che non portavano la corona, in essa c’è una potenza misteriosa di grazia che lega a Dio, c’è una potenza misteriosa che respinge il nemico”.