Approvate le virtù eroiche di Giorgio La Pira

Giorgio La Pira potrebbe presto diventare beato. Papa Francesco ha infatti autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche dell'ex sindaco di Firenze, già Servo di Dio. E' il primo passo del processo di beatificazione. 

“Sindaco santo”

Nato a Pozzallo (Ragusa) il 9 gennaio 1904 e morto a Firenze il 5 novembre del 1977, La Pira è anche conosciuto come “il sindaco santo“. La sua proposta sociale partiva dalla constatazione di una profonda ingiustizia sociale propria dell'ideologia marxista, ma con un'apertura alla visione dell'uomo integrale, quindi alla fratellanza tra gli uomini che deriva dall'avere un unico Padre. Emblematici furono in questo senso gli episodi delle fabbriche fiorentine del Pignone nel 1953, quando il sindaco e gran parte della Chiesa fiorentina appoggiarono le lotte operaie, fino ad accettare l'occupazione della Pignone, dove La Pira assistette alla messa all'interno della fabbrica occupata, riuscendo, quindi a risolverne la crisi con il contributo di Amintore Fanfani e di Enrico Mattei, presidente dell'Eni che rilevò l'azienda. Durante la sua amministrazione La Pira iniziò la costruzione del nuovo ampio quartiere dell'Isolotto, che si proponeva di dare una soluzione organica al problema dell'emergenza abitativa, mentre la crisi degli alloggi, sia per le distruzioni della guerra sia per l'arrivo degli alluvionati dal Polesine, lo indusse a cercare anche soluzioni tampone come la costruzione di “case minime” o la requisizione di ville disabitate per gli sfrattati, suscitando pure in questo caso non poche polemiche. 

Impegno per la pace

Altro filone centrale delle iniziative di La Pira fu quello della pace. I convegni internazionali “Per la pace e la civiltà cristiana” (il primo fu del 1952) crearono fervore di dibattiti e di proposte, ma anche le ormai consuete polemiche e opposizioni. Fu ancora questa la prospettiva del Convegno dei sindaci delle capitali del mondo, convocato dal 2 al 6 ottobre 1955 a Firenze, dove si incontrarono per la prima volta primi cittadini del mondo occidentale e comunista, che firmarono insieme un appello contro la guerra nucleare. Alla fine degli anni 70 diede il suo sostegno all'opera di Benigno Zaccagnini come segretario della Dc, accettando di candidarsi quale capolista alla Camera dei deputati, dove fu eletto con un alto numero di preferenze. La sua candidatura aveva assunto di fatto anche il significato di una risposta alla candidatura nella sinistra indipendente di non pochi cattolici che nel passato gli erano stati molto vicini, come Gozzini e Raniero La Valle, e che nel referendum sul divorzio si erano schierati tra i “cattolici del no”.