Antisemitismo: riapre il Museo Ebraico di Bruxelles

Belgio

Dopo il tragico attentato del 24 maggio scorso, domenica 14 settembre ha riaperto i battenti il Museo Ebraico di Bruxelles. L’inaugurazione, a cui ha partecipato anche il premier belga Elio di Rupo, è stata fatta coincidere volutamente con l’inizio della quindicesima Giornata Europea della Cultura Ebraica. Nel corso dell’attacco avevano perso la vita quattro persone, Myriam e Emmanuel Riva, Dominique Sabrier e Alexandre Strens, che sono state ricordate qualche giorno fa con una targa commemorativa affissa all’entrata del museo. Per l’occasione sono state rafforzate le misure di sicurezza, con la presenza di poliziotti nei pressi dell’edificio.

“Non vogliamo fare il gioco di certi estremisti che vorrebbero far tacere la cultura. Volevamo riaprire al più presto possibile, ma questo non è stato possibile, perché la giustizia deve prima fare il suo lavoro”, ha detto a Le Monde Philippe Blondin, presidente del museo situato nel cuore della di Bruxelles. Intanto un tribunale belga ha prolungato di tre mesi la detenzione di Mehdi Nemmouche, il franco-algerino arrestato il 30 maggio scorso a Marsiglia con l’accusa di essere il responsabile della carneficina. Estradato in Belgio a luglio, il 29enne aveva trascorso un periodo in Siria come combattente a fianco degli jihadisti. Un giornalista francese che è stato tenuto prigioniero per vari mesi ad Aleppo, Nicolas Henin del magazine Le Point, lo ha riconosciuto come uno dei suoi carcerieri.

Nel frattempo a Berlino la comunità ebraica tedesca ha realizzato una grande manifestazione contro l’antisemitismo davanti alla porta di Brandeburgo. Presenti il cancelliere tedesco, Angela Merkel, il presidente della Repubblica federale di Germania, Joachim Gauck e il leader Spd e vicecancelliere Sigmar Gabriel. “Mai e poi mai – ha detto Dieter Graumann, presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei – mi sarei immaginato di dover manifestare in Germania contro l’antisemitismo”.