Angelus, il Papa: “Senza lavoro e dignità non si offre vero aiuto ai poveri”

L’accoglienza e la lotta alla povertà passano in gran parte attraverso il lavoro. Non si offre vero aiuto ai poveri senza che possano trovare lavoro e dignità”. Papa Francesco, dopo aver salutato gli ospiti dell’Hub di via Mattei, raggiunge in papamobile il centro di Bologna, dove nella famosa piazza di San Petronio incontra il mondo del lavoro. Ad accoglierlo migliaia di bolognesi in festa. In questo contesto, il Pontefice incontro il mondo del lavoro, e dopo il saluto di mons. Zuppi, vescovo del luogo, Bergoglio, nel suo intervento, non nasconde la “situazione difficile, a volte angosciante, della mancanza di lavoro”.

Guardare al futuro con speranza

Rivolgendosi ai disoccupati, ai rappresentanti di Unindustria, ai sindacati e alle cooperative presenti, dice: “Voi rappresentate parti sociali diverse, spesso in discussione anche aspra tra loro, ma avete imparato che solo insieme si può uscire dalla crisi e costruire il futuro”. Per il Papa, solo il dialogo “può permettere di trovare risposte efficaci e innovative per tutti, anche sulla qualità del lavoro, in particolare l’indispensabile welfare”. Da qui l’incoraggiamento del Pontefice a portare avanti quello che alcuni chiamano il “sistema Emilia”. Per rispondere alle esigenze della famiglia, prosegue, “C’è bisogno di soluzioni stabili”. “Nel vostro territorio da lungo tempo si è sviluppata l’esperienza cooperativa, che nasce dal valore fondamentale della solidarietà. Oggi essa ha ancora molto da offrire, anche per aiutare tanti che sono in difficoltà e hanno bisogno di quell’ ‘ascensore sociale’ che secondo alcuni sarebbe del tutto fuori uso. Non pieghiamo mai la solidarietà alla logica del profitto finanziario, anche perché così la togliamo (potrei dire la rubiamo) ai più deboli che ne hanno tanto bisogno. Cercare una società più giusta non è un sogno del passato ma un impegno, un lavoro, che ha bisogno oggi di tutti”.

Disoccupazione

Parla anche di disoccupazione, ma non solo di quella giovanile. Sono tanti quelli “che hanno perduto il lavoro e non riescono a reinserirsi sono realtà alle quali non possiamo abituarci, trattandole come se fossero solamente delle statistiche”. Questa è una tentazione che dobbiamo respingere, sottolinea il Pontefice, suggerendo poi una possibile soluzione a questa problematica: “L’accoglienza e la lotta alla povertà passano in gran parte attraverso il lavoro. Non si offre vero aiuto ai poveri senza che possano trovare lavoro e dignità. Questa è la sfida appassionante, come negli anni della ricostruzione dopo la guerra, che tanta povertà aveva lasciato”. Auspica poi che il recente “Patto per il lavoro”, che ha visto tutte le parti sociali, tra cui anche la Chiesa, “firmare un comune impegno per aiutarsi nella ricerca di risposte stabili, non di elemosine”, “possa dare i frutti sperati”.

Crisi economica

C’è poi la ferita ancora aperta della “crisi economica“, che “ha una dimensione europea e globale”. Ma questa crisi, fa notare il Papa, è anche “etica, spirituale e umana“. Alla base di ciò vi è un “tradimento del bene comune, da parte sia di singoli sia di gruppi di potere. È necessario quindi togliere centralità alla legge del profitto e assegnarla alla persona e al bene comune”. Tuttavia, affinché questa “centralità sia reale, effettiva e non solo proclamata a parole”. Da qui l’appello all’aumento di “opportunità di lavoro dignitoso“. Questo è un compito che appartiene a tutta la società: “in questa fase in modo particolare, tutto il corpo sociale, nelle sue varie componenti, è chiamato a fare ogni sforzo perché il lavoro, che è fattore primario di dignità, sia una preoccupazione centrale”.

Dialogo tra le Istituzioni

Infine, rivolge un saluto alla cittadinanza presente, e lo fa tramite i simboli di San Petronio, “ricordato come Pater et Protector e raffigurato sempre con la città sulle sue mani”. Francesco nell’Università, nel Comune e nella Chiesa, i “tre aspetti costitutivi” di Bologna. “Quando essi dialogano e collaborano tra loro, si rafforza il prezioso umanesimo che essi esprimono e la città ‘respira’, ha un orizzonte, e non ha paura di affrontare le sfide che si presentano”, aggiunge. Da qui l’incoraggiamento a “valorizzare questo umanesimo di cui siete depositari per cercare soluzioni sapienti e lungimiranti ai complessi problemi del nostro tempo, vedendoli sì come difficoltà, ma anche come opportunità di crescita e di miglioramento”. Un messaggio che, sottolinea lo stesso Bergoglio, “vale per l’Italia nel suo insieme e per l’intera Europa”.

Al termine del discorso, Papa Francesco recita la preghiera dell’Angelus. Quindi saluta le rappresentanze della città. A salutarlo anche Gianni Morandi, noto cantante italiano . Il Pontefice lascia quindi la piazza per entrare nella basilica dedicata al santo protettore del capoluogo emiliano, dove pranza con i poveri, i rifugiati, e i detenuti.