ANATEMA DI BERGOGLIO: NO AL LAVORO CHE DIVINIZZA IL MERCATO

“La gestione dell’occupazione è una grande responsabilità umana e sociale, che non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un ‘mercato’ divinizzato. Causare una perdita di posti di lavoro significa causare un grave danno sociale”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’udienza generale tenuta in aula Paolo VI. Il Santo Padre nella catechesi odierna si è soffermato sull’elemento del lavoro nella vita della famiglia. Quest’ultima, ha osservato, “educa al lavoro con l’esempio dei genitori: il papà e la mamma che lavorano per il bene della famiglia e della società”. “Preghiera e lavoro – ha poi considerato – possono e devono stare insieme in armonia, come insegna san Benedetto. La mancanza di lavoro danneggia anche lo spirito, come la mancanza di preghiera danneggia anche l’attività pratica”. Nel lavoro, la persona umana “esprime la sua dignità di essere creata a immagine di Dio. Perciò si dice che il lavoro è sacro”.

Secondo il vescovo di Roma “la moderna organizzazione del lavoro mostra talvolta una pericolosa tendenza a considerare la famiglia un ingombro, un peso, una passività, per la produttività del lavoro. Ma domandiamoci: quale produttività? E per chi?”. “La cosiddetta ‘città intelligente’ – ha soggiunto – è indubbiamente ricca di servizi e di organizzazione; però, ad esempio, è spesso ostile ai bambini e agli anziani”. Il Pontefice ha denotato, inoltre, che “la famiglia è un grande banco di prova. Quando l’organizzazione del lavoro la tiene in ostaggio, o addirittura ne ostacola il cammino, allora siamo sicuri che la società umana ha incominciato a lavorare contro se stessa!”. Infine ha ricordato che “le famiglie cristiane ricevono da questa congiuntura una grande sfida e una grande missione. Esse portano in campo i fondamentali della creazione di Dio: l’identità e il legame dell’uomo e della donna, la generazione dei figli, il lavoro che rende domestica la terra e abitabile il mondo”.