AL VIA LA TERZA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA CARITA’ NEL NOME DI MADRE TERESA

In tutto il globo oggi si celebra il terzo “International Day of Charity”, istituito nel dicembre del 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti, con la risoluzione A/RES/67/105, dove si afferma come “la carità può contribuire alla promozione del dialogo tra persone di diverse culture e religioni, come pure la solidarietà e la comprensione reciproca”.

La data odierna commemora l’anniversario della scomparsa, avvenuta nel 1997, della beata Madre Teresa di Calcutta, vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 1979, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della Carità. Il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, nel messaggio dello scorso anno la ricorda come una donna “la cui vita e le opere buone per alcuni dei più poveri e più vulnerabili membri della famiglia umana sono un’ispirazione e un esempio enorme”.  In occasione di questa giornata, le Nazioni Unite invitano tutti gli stati membri, le organizzazioni regionali e internazionali e l’intera società civile a celebrare questa ricorrenza in maniera appropriata, incoraggiando gesti di beneficenza e carità attraverso l’educazione e attività di promozione e sensibilizzazione.

“La carità ha un ruolo importante nel sostenere i valori e portare avanti il lavoro delle Nazioni Unite”, ricorda ancora nel suo messaggio Ban Ki-moon. Tutte le varie espressioni di solidarietà, a partire dal volontariato, prosegue, “ci aiutano nella nostra ricerca condivisa di vivere insieme in armonia e di costruire un futuro di pace per tutti. Dobbiamo riconoscere la carità per quello che è nella sua essenza: una nobile impresa finalizzata a migliorare la condizione umana. Nel momento in cui ci proponiamo di accelerare i nostri sforzi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio e definire un’agenda per il periodo successivo al 2015, il ruolo della carità può e deve crescere”.

“Questa parola “carità” –dice  Michel Roy, segretario generale di Caritas Internazionalis- non si usa tanto nei circoli internazionali, ma è molto bello che abbiano pensato che questo valore, che richiama comunemente la solidarietà, sia promosso nel mondo civile”. Per don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, “ogni iniziativa di carità deve partire in primis dalla relazione e dall’incontro con l’altro, riconoscendoci tutti parte di una sola famiglia umana”.

Caritas Italiana ricorda, in piena comunione con Papa Francesco, come il senso profondo della carità “non sia l’elemosina”, ma “è incontrarsi e, incontrando, aiutare. Dobbiamo edificare, creare, costruire una cultura dell’incontro” a partire dalla “periferie esistenziali”. “Questo è ciò che insegna Gesù: andare incontro ai più bisognosi. Come Gesù che andava sempre incontro alla gente. Egli andava ad incontrarla. Perché l’incontro moltiplica la capacità di amare. L’incontro con l’altro ingrandisce il cuore”.