Ai giudici della Rota: “Quanto vorrei che tutti i processi fossero gratuiti!”

“Un rilevante numero di cause presso la Rota Romana sono di gratuito patrocinio a favore di parti che, per le disagiate condizioni economiche in cui versano, non sono in grado di procurarsi un avvocato”. E’ quanto espresso da Papa Francesco che ha ricevuto in udienza i prelati uditori, gli officiali e gli avvocati del tribunale della Rota Romana in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il Santo Padre ha trattato la tematica del “contesto umano e culturale in cui si forma l’intenzione matrimoniale”.

Ha osservato che, stante la “crisi dei valori nella società”, “l’abbandono di una prospettiva di fede sfocia inesorabilmente in una falsa conoscenza del matrimonio, che non rimane priva di conseguenze nella maturazione della volontà nuziale”. Dinanzi a nuclei familiari che si disgregano “il giudice è chiamato ad operare la sua analisi giudiziale quando c’è il dubbio sulla validità del matrimonio, per accertare se ci sia un vizio d’origine del consenso, sia direttamente per difetto di valida intenzione, sia per grave deficit nella comprensione del matrimonio stesso tale da determinare la volontà”.

“Una sorta di mondanità spirituale”, ha osservato, “conduce a perseguire, invece della gloria del Signore, il benessere personale”. In tale modo “la fede rimane priva del suo valore orientativo e normativo, lasciando campo aperto ai compromessi con il proprio egoismo e con le pressioni della mentalità corrente, diventata dominante attraverso i mass media”. Secondo il vescovo di Roma il giudice “deve tener conto del contesto di valori e di fede – o della loro carenza o assenza – in cui l’intenzione matrimoniale si è formata. Infatti, la non conoscenza dei contenuti della fede potrebbe portare a quello che il Codice chiama errore determinante la volontà”.

“Questa eventualità – ha aggiunto – non va più ritenuta eccezionale come in passato, data appunto la frequente prevalenza del pensiero mondano sul magistero della Chiesa”. Citando l’Evangelii Gaudium ha sottolineato che “‘il matrimonio tende ad essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno’, spingendo i nubenti alla riserva mentale circa la stessa permanenza dell’unione, o la sua esclusività, che verrebbero meno qualora la persona amata non realizzasse più le proprie aspettative di benessere affettivo”.

“Ecco la difficile missione vostra”, ha detto rivolgendosi direttamente ai giudici, “non chiudere la salvezza delle persone dentro le strettoie del giuridicismo. La funzione del diritto è orientata alla salus animarum a condizione che, evitando sofismi lontani dalla carne viva delle persone in difficoltà, aiuti a stabilire la verità nel momento consensuale: se cioè fu fedele a Cristo o alla mendace mentalità mondana”. Il Pontefice ha concluso specificando che i Sacramenti sono gratuiti, ci danno la grazia e “un processo matrimoniale tocca il Sacramento del matrimonio”. “Quanto vorrei che tutti i processi fossero gratuiti!”, ha infine esclamato.