Ai giovani: “Se non imparate a piangere non potete essere buoni cristiani”

“Il vero amore fa che vi spendiate nella vita, vi lascia le tasche vuote. San Francesco morì con le mani vuote, con le tasche vuote, ma con un cuore stracolmo”. Così Papa Francesco nell’incontro con 30mila giovani presso la Pontificia e Reale Università Santo Tomas, il più grande e antico ateneo delle Filippine e di tutta l’Asia. Dopo l’intronizzazione della Santa Croce, si sono susseguite le testimonianze di tre ex giovani di strada cui sono seguite anche delle domande al Santo Padre. Tra questi una ragazzina di nome June è scoppiata a piangere e il Pontefice è andato verso di lei per abbracciarla.

Il Papa all’inizio ha compiuto una preghiera per Chrystel, la volontaria 27enne morta ieri mentre preparava l’allestimento della Messa. Nel suo discorso ha esordito osservando come tra i giovani ci fosse “solo una piccola rappresentanza di donne… Troppo poche. Le donne hanno molto da dirci nella società di oggi. Talvolta siamo troppo maschilisti e non diamo spazio alle donne”. Riferendosi alla testimonianza di June ha affermato che “quando il cuore è pronto ad interrogare se stesso e piangere, allora saremo in grado di comprendere qualcosa. Esiste una compassione ‘mondana’ che non serve a nulla”. Una compassione, ha chiarito, “che al massimo consiste nel mettere una mano in tasca ed allungare una moneta”.

“Invito ciascuno di voi a chiedersi – ha continuato –: ho imparato a piangere quando vedo un bambino che è affamato, un bambino drogato, un bambino che non ha casa, un bambino abbandonato, un bambino abusato, un bambino sfruttato dalla società?”. “Se non imparate come si piange – ha soggiunto – non potrete essere buoni cristiani”. Il successore di Pietro ha poi affrontato il tema del mondo dell’informazione. “Abbiamo moltissime informazioni – ha detto – ma non sappiamo come utilizzarle. Corriamo il rischio di trasformarci in giovani ‘museo’, che hanno tutto, ma non sanno cosa farci”. La grande sfida della vita, ha proseguito, “è imparare ad amare”. Successivamente ha invitato i ragazzi a usare “il linguaggio della mente, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. Tutti e tre da usare in maniera armonica. Pensare qualcosa, sentirlo nel cuore e realizzarlo”.

L’amore, ha continuato, “ti dispone alla sorpresa, perché suppone un dialogo tra due persone, tra chi ama e chi è amato. E noi diciamo che Dio è un Dio delle sorprese, perché sempre ci ha amati per primo, con una sorpresa. Dio ci sorprende. Lasciamoci sorprendere da Dio. Rifiutiamo la psicologia del computer che ci fa pensare di sapere tutto. Sul computer si trovano tutte le risposte sullo schermo, ma nessuna sorpresa”. Secondo il Papa è importante non solo saper dare, ma saper ricevere: “Imparare a mendicare. Imparare a ricevere dall’umiltà di coloro che aiutiamo. Imparare ad essere evangelizzati dai poveri”. “Scusatemi perché non ho letto ciò che ho preparato per voi – ha concluso – . Ma c’è una frase che mi consola un po’: la realtà è superiore all’idea. E la realtà che voi tutti rappresentate è superiore alla carte che ho di fronte”.