Angelus 8 dicembre, Papa: “La santità non è questione di santini o immaginette”

Il Papa Francesco all'Angelus, nella solennità dell'Immacolata Concezione, ha commentato l'odierno Vangelo sull'annuncio dell'angelo a Maria

“Il Signore, per compiere meraviglie, non ha bisogno di grandi mezzi e delle nostre capacità eccelse, ma della nostra umiltà, del nostro sguardo aperto a Lui. E anche aperto agli altri”. Lo ha detto papa Francesco all’Angelus nella solennità dell’Immacolata Concezione, commentando l’odierno Vangelo su Maria che a Nazaret riceve l’annuncio dell’angelo Gabriele.

“Con quell’annuncio – ha spiegato -, tra le povere mura di una piccola casa, Dio ha cambiato la storia. Anche oggi desidera fare grandi cose con noi nella quotidianità: cioè in famiglia, al lavoro, negli ambienti di ogni giorno. Lì, più che nei grandi eventi della storia, la grazia di Dio ama operare”.

Papa: “La santità non è questione di santini e immaginette”

“Ma, mi domando – ha proseguito il Pontefice -, ci crediamo? Oppure pensiamo che la santità sia un’utopia, qualcosa per gli addetti ai lavori, una pia illusione incompatibile con la vita ordinaria?”.

“Chiediamo oggi alla Madonna una grazia – ha aggiunto Francesco introducendo la preghiera mariana -: che ci liberi dall’idea fuorviante che una cosa è il Vangelo e un’altra la vita; che ci accenda di entusiasmo per l’ideale della santità, che non è questione di santini e immaginette, ma di vivere ogni giorno quello che ci capita umili e gioiosi, liberi da noi stessi, con gli occhi rivolti a Dio e al prossimo che incontriamo”.

“Per favore, non perdiamoci di coraggio – ha concluso riportato da Ansa -: a tutti il Signore ha dato una stoffa buona per tessere la santità nella vita quotidiana! E quando ci assale il dubbio di non farcela, o la tristezza di essere inadeguati, lasciamoci guardare dagli ‘occhi misericordiosi’ della Madonna, perché nessuno che abbia chiesto il suo soccorso è stato mai abbandonato!”.

Si chiude l’anno liturgico dedicato a San Giuseppe

Oggi si chiude l’anno liturgico 2021, dedicato a San Giuseppe. Papa Francesco lo aveva aperto l’8 dicembre 2020 con la lettera apostolica Patris Corde dedicata al Patrono della Chiesa universale per far riscoprire la “straordinaria figura” del padre putativo di Gesù, un “uomo nell’ombra” ma costantemente vicino alla “condizione umana di ciascuno di noi”.

La consueta visita alla Madonna in Piazza di Spagna

Questa mattina, poco prima delle 6.15, Papa Francesco si è recato in Piazza di Spagna per un atto di venerazione a Maria Immacolata, anche quest’anno in forma privata – come nel 2020 – per limitare i contagi da Coronavirus.

Alle 6.20, Papa Francesco ha lasciato Piazza di Spagna e si è recato a Santa Maria Maggiore, dove ha continuato la preghiera davanti all’icona di Maria Salus Populi Romani. Poco dopo le 7 ha fatto ritorno in Vaticano.

Il Papa prega in forma privata dinanzi alla statua della Madonna in Piazza di Spagna a Roma. 8 dicembre 2021 (Fonte: Vatican News)

Il testo integrale dell’Angelus

Alle ore 12 di oggi, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il Papa si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. Riportiamo integralmente le parole del Pontefice nell’introdurre la preghiera mariana dell’Angelus.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Il Vangelo della Liturgia di oggi, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, ci fa entrare nella sua casa di Nazaret, dove riceve l’annuncio dell’angelo. Tra le mura di casa una persona si rivela meglio che altrove. E proprio in quella intimità domestica il Vangelo ci dona un particolare, che rivela la bellezza del cuore di Maria. L’angelo la chiama «piena di grazia». Se è piena di grazia, vuol dire che la Madonna è vuota di male, è senza peccato, Immacolata. Ora, a questo saluto Maria – dice il testo – rimane «molto turbata».

Non è solo sorpresa, ma turbata. Ricevere grandi saluti, onori e complimenti a volte rischia di suscitare vanto e presunzione. Ricordiamo che Gesù non è tenero con chi va alla ricerca dei saluti nelle piazze, dell’adulazione, della visibilità.

Maria invece non si esalta, ma si turba; anziché provare piacere, prova stupore. Il saluto dell’angelo le sembra più grande di lei. Perché? Perché si sente piccola dentro, e questa piccolezza, questa umiltà attira lo sguardo di Dio. Tra le mura della casa di Nazaret vediamo così un tratto meraviglioso del cuore di Maria: ricevuto il più alto dei complimenti, si turba perché sente rivolto a sé quanto non attribuiva a sé stessa. Maria, infatti, non si attribuisce prerogative, non rivendica qualcosa, non ascrive nulla a suo merito. Non si autocompiace, non si esalta. Perché nella sua umiltà sa di ricevere tutto da Dio. È dunque libera da sé stessa, tutta rivolta a Dio e agli altri. Maria Immacolata non ha occhi per sé. Ecco l’umiltà vera: non avere occhi per sé, ma per Dio e per gli altri.

Ricordiamoci che questa perfezione di Maria, la piena di grazia, viene dichiarata dall’angelo tra le mura di casa sua: non nella piazza principale di Nazaret, ma lì, nel nascondimento, nella più grande umiltà. In quella casetta a Nazaret palpitava il cuore più grande che una creatura abbia mai avuto. Cari fratelli e sorelle, è una notizia straordinaria per noi! Perché ci dice che il Signore, per compiere meraviglie, non ha bisogno di grandi mezzi e delle nostre capacità eccelse, ma della nostra umiltà, del nostro sguardo aperto a Lui e agli altri. Con quell’annuncio, tra le povere mura di una piccola casa, Dio ha cambiato la storia. Anche oggi desidera fare grandi cose con noi nella quotidianità: in famiglia, al lavoro, negli ambienti di ogni giorno. Lì, più che nei grandi eventi della storia, la grazia di Dio ama operare. Ma, mi domando, ci crediamo? Oppure pensiamo che la santità sia un’utopia, qualcosa per gli addetti ai lavori, una pia illusione incompatibile con la vita ordinaria?

Chiediamo alla Madonna una grazia: che ci liberi dall’idea fuorviante che una cosa è il Vangelo e un’altra la vita; che ci accenda di entusiasmo per l’ideale della santità, che non è questione di santini e immaginette, ma di vivere ogni giorno quello che ci capita umili e gioiosi, liberi da noi stessi, con gli occhi rivolti a Dio e al prossimo che incontriamo. Non perdiamoci di coraggio: a tutti il Signore ha dato una stoffa buona per tessere la santità nella vita quotidiana! E quando ci assale il dubbio di non farcela, la tristezza di essere inadeguati, lasciamoci guardare dagli “occhi misericordiosi” della Madonna, perché nessuno che abbia chiesto il suo soccorso è stato mai abbandonato!