Nani (Open Doors): “Una road map per tutelare i cristiani perseguitati nel mondo”

Interris.it ha intervistato Cristian Nani, presidente di Porte Aperte/Open Doors in Italia, sulla persecuzione dei cristiani nel mondo

A sinistra, Cristian Nani, presidente Porte Aperte / Open Doors Italia

Cresce ancora la persecuzione anti cristiana in termini assoluti nel mondo, mantenendo l’accelerazione degli ultimi 10 anni. Lo dice il Report annuale sulla persecuzione dei cristiani stilato dalla Ong Porte aperte/Open Doors monitorando cento Paesi del globo, e presentato oggi alla Camera.

“360 milioni di cristiani perseguitati nel mondo”: il rapporto Open Doors

Sono oltre 360 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede (1 cristiano ogni 7); la Corea del Nord torna al primo posto; la violenza anticristiana in Africa Sub-Sahariana raggiunge intensità senza precedenti”. Lo dice il Report annuale sulla persecuzione dei cristiani stilato dalla Ong Porte aperte/Open Doors monitorando cento Paesi del globo, e presentato oggi alla Camera.

Gli altri punti emersi dalla World Watch List 2023, che quest’anno compie trent’anni, riguardano: “la Nigeria ancora epicentro di massacri (salgono da 4.650 a 5.014), mentre il numero totale di cristiani uccisi per ragioni legate alla fede decresce leggermente attestandosi a 5.621; cresce il numero di Paesi che adottano il modello cinese di controllo centralizzato sulla libertà di religione, con l’uso massiccio di tecnologia, mentre la Cina (al sedicesimo posto della lista), sta forgiando un’alleanza internazionale per ridefinire i diritti umani; cresce il fenomeno della chiesa “profuga”, sempre più cristiani in fuga dalla persecuzione; in America Latina c’è meno libertà a causa di mal governo, criminalità e leader indigeni; infine, la Chiesa in Medio Oriente, sempre più ridotta nei numeri e sotto pressione”.

Cristiani perseguitati in Nigeria

L’intervista a Cristian Nani, Presidente Porte Aperte / Open Doors Italia

Interris.it ha intervistato Cristian Nani, presidente di Porte Aperte/Open Doors in Italia, onlus impegnata da oltre 60 anni nella ricerca sul campo di cause e soluzioni alla persecuzione, fornendo supporto materiale, aiuti di emergenza, letteratura, formazione e assistenza ai cristiani che soffrono a causa della loro fede.

Dottor Nani, come commenta il rapporto Open Doors diffuso oggi?

Sono trenta anni che pubblichiamo questo report e mai come in questi ultimi 10-12 anni abbiamo riscontrato un livello così alto di persecuzione anti cristiana. Oltre 360 milioni di cristiani nel mondo sperimentano nella propria vita la difficoltà nel professare pubblicamente la propria fede. Si tratta, praticamente, di un cristiano ogni sette. Il report è dunque una fotografia drammatica di questo fenomeno, diffuso principalmente in Asia e in Africa”.

Quale risposta auspicate dalla politica internazionale?

“In primis è necessaria una maggior consapevolezza del fenomeno. Nonostante la persecuzione sia presente da molti anni in moltissimi Paesi, se ne sta parlando solo ultimamente, anche grazie al lavoro di Open Doors e alla World Watch List che elenca i Paesi dove la persecuzione è maggiore riportando dati non contestabili. Una maggior consapevolezza di questo dramma è presente solo da tre o quattro anni. E’ dunque necessario accendere un faro”.

Come?

“Con un grande lavoro di educazione della cittadinanza nei vari Paesi a livello europeo e anche mondiale, attraverso istituzioni come le Nazioni Unite e l’Europarlamento. Ma anche nei singoli Stati”.

Qual è la posizione dell’Italia?

“E’ significativo che l’Italia abbia istituito la figura dell’inviato speciale della Farnesina per la tutela della libertà religiosa e il dialogo interreligioso, il dottor Andrea Benzo. Chiediamo che ci sia da parte del nostro Governo un’attenzione ulteriore e una sensibilità particolare nei confronti delle minoranze cristiane perseguitate nel mondo”.

“Auspico, in conclusione, che nei rapporti bilaterali tra gli Stati si metta sul tavolo delle trattative anche una concreta road map per migliorare la condizione dei cristiani in quei Paesi dove sono maggiormente perseguitati e, in generale, per una più ampia diffusione della libertà religiosa nel mondo”.