Bolzano-Bressanone, vademecum della diocesi per il 1° maggio

L'opuscolo su dignità del lavoro e di chi lavora realizzato da Johann Kiem, responsabile diocesano per i problemi sociali

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Il 1° maggio  nel segno di San Giuseppe. “Dove non c’è lavoro – afferma papa Francesco – manca la dignità” e questa è elemento necessario perché la persona possa esprimere se stessa”. Tuttavia, secondo il Pontefice, “questa situazione non è casuale, ma è creata e voluta dai sistemi sociali, politici ed economici che hanno fatto una scelta che significa sfruttare la persona. Appunto facendo prevalere la “legge del più forte, dove il potente mangia il più debole“. 202 milioni di persone scartate nel mondo. Questi sono i disoccupati stimati, giovani scartati perché ancora inesperti e non adeguatamente produttivi e meno giovani, a loro volta meno produttivi e poco flessibili. Il primo maggio la Chiesa celera la ricorrenza di San Giuseppe Lavoratore, in parallelo alle celebrazioni civili per la Giornata Internazionale del lavoratore.

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Papa Francesco e il vescovo di Bolzano-Bressanone, monsignor Ivo Muser

Il senso del 1° maggio

In cosa consiste la dignità del lavoro e di chi lavora? È questo il tema dell’opuscolo “Buon lavoro”, pubblicato dal settore Problemi sociali e lavoro della diocesi di Bolzano-Bressanone in occasione della Festa del lavoro del 1° maggio. “Il lavoro non ha solo un prezzo, ma anche un valore, perché dietro di esso c’è l’essere umano nella sua interezza e dignità di persona”, sottolinea al Sir Johann Kiem, responsabile diocesano per i problemi sociali e il lavoro. L’opuscolo affronta il significato della dignità del lavoro, spiega i vantaggi del buon lavoro, propone una serie di osservazioni e valutazioni sul tema: si può trovare sulla homepage della diocesi all’indirizzo www.bz-bx.net/lavoro. “Prendere sul serio la dignità del lavoro e di chi lavora significa che l’impegno dell’essere umano non deve essere dato per scontato. Ci dovrebbe essere sempre un segno di rispetto, un sentimento di gratitudine, un gesto di apprezzamento. Perché il lavoro, le lavoratrici e i lavoratori sono più di un semplice mezzo per raggiungere un fine”, sottolinea Kiem.