“Vietato l'ingresso ai bimbi”: polemiche su un ristorante

Siamo abituati a leggere cartelli, fuori dai ristoranti e dai negozi, con scritto “Vietato l'ingresso ai cani”. Ancora non siamo abituati, invece, a leggere insegne simili riguardanti i bambini. Ma se la scelta di un ristorante tedesco farà tendenza, diventeremo avvezzi anche a questo. Il proprietario del locale che ha suscitato polemiche in patria, Rudolf Mark, ha stabilito che dopo le 17 non potranno entrare bambini di età inferiore ai 14 anni. La ragione di questa politica l'ha spiegata alla stampa locale: “Gli ospiti si lamentavano che volevano passare una bella serata, con una cena e una bottiglia di vino, e che ogni volta i bambini rovinavano i loro piani“. I piccoli, secondo il titolare “lanciavano il cibo, giocavano per tutto il locale, gridavano forte, si nascondevano sotto ai tavoli. E gli altri ospiti hanno perso la pazienza”.

Le colpe dei genitori

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è avvenuta, stanto al racconto del titolare del ristorante (che si trova a Binz, estremo nord del Paese), quando un bambino ha lesionato la cornice di un antico quadro esposto nel locale. “Siamo arrivati semplicemente al punto in cui ci siamo detti che non potevamo più andare avanti così”, ha detto l'uomo. Secondo quest'ultimo, il comportamento dei bambini è peggiorato di anno in anno, anche a causa di un progressivo allentamento delle regole da parte dei genitori. Questi ultimi persino si risentirebbero se viene loro fatto notare l'atteggiamento molesto dei figli: “Rispondono con un sorriso vago e continuano a mangiare fregandosene”. A chi lo accusa di discriminare, il ristoratore risponde così: “Non c’è niente di discriminatorio. È un ristorante, non un parco giochi”.

Casi simili

Polemiche analoghe in passato avevano investito anche l'Italia. Il Corriere della Sera, nell'estate 2017, riportò il caso di un agriturismo delle colline bolognesi. Anche In Terris si occupò della vicenda, sottolineando come sull'argomento esista una sorta di due pesi e due misure del politicamente corretto: ci sono categorie, nel caso specifico i bambini, cui è lecito chiudere le porte in faccia di un locale adducendo come motivazione l'atteggiamento molesto di alcuni di loro, ce ne sono altre che invece non possono subire questo tipo di discriminazione, a prescindere dai comportamenti che assumono.