Vietata la parola “uomo”, perché “discrimina le donne”

La fantasia al potere, anche della grammatica. Negli Stati Uniti, la Pardue University dell'Indiana ha pubblicato su internet una guida che suggerisce come scrivere bene per valorizzare il ruolo delle donne. Ebbene, secondo chi ha redatto il documento, tale obiettivo si persegue eliminando dal dizionario la parola “uomo”.

Nel sito si trova il Purdue Online Writing Lab ed è una guida, come scrive Libero, “usata come riferimento sia nel campus che a livello nazionale”. “È molto più sano ed efficace – spiega l'Università – scrivere senza pregiudizi di genere“. Nel documento si rileva che sia l'essere umano sia il maschio adulto vengono solitamente indicati con la parola “uomo”. Qusta commistione – secondo gli autori della guida – è motivo di discriminazione verso le done.

L'istanza pittoresca ha trovato il favore della femminista liberale Cathy Areu, scrittrice e giornalista di origini cubane, che in un intervento in una trasmissione di FoxNews, ha giustificato il suo sostegno asserendo: “La società sta cambiando”. Il presentatore, tuttavia, l'ha incalzata dicendo: “Lei è a MANhattan: cambiamo nome anche alla città?”. Man, infatti, in inglese significa uomo.

Forse qualche compagna femminista della Areu ci sta pensando davvero. Del resto è lunga la lista dei termini inglesi di cui si sta diffondendo una versione “gender neutral”. Ad esempio la parola policeman sta diventando police officer, mankind si trasforma in humanity e man-made va sostituito con synthetic. E l'”uomo comune” (common man)? Basta, meglio usare ordinary people. In questa esuberanza femminista, però, di ordinaria c'è solo la stravaganza.