Vandali distruggono una cappella appena inaugurata

Era dedicata a San Zaccaria la cappella appena inaugurata nella diocesi di Palembang, nel Sud dell'isola indonesiana di Sumatra, saccheggiata, nella notte, da alcuni vandali. E' stata distrutta una vetrata e devastato l'interno della chiesa con tutti gli arredi liturgici. Lo riporta l'Agenzia Fides, chiedendo conferma dell'accaduto all'arcivescovo locale, mons. Aloysius Sudarso, appartenente alla congregazione dei Dehoniani.

La nuova cappella

“Il 4 marzo scorso – ha detto il presule – avevo benedetto la nuova cappella che si trova in un villaggio in un'area isolata, a tre ore di viaggio dalla parrocchia. E' stata una celebrazione in una atmosfera di somma cordialità, con la sentita partecipazione dei capi del villaggio, delle autorità civili, dei leader religiosi musulmani. La chiesetta è stata costruita seguendo tutti i regolamenti e l'iter legale necessario. Questo atto di violenza gratuita ci sorprende ma crediamo sia opera di pochi elementi radicali che vogliono alimentare, qui e in tutta l'Indonesia, odio religioso, intolleranza e violenza”.

La solidarietà dei musulmani

Sul posto sono accorsi il parroco, gli agenti di polizia, le autorità civili e molta gente comune di religione musulmana, che ha espresso solidarietà e vicinanza, dicendosi disponibili anche per ripulire la chiesa. “La polizia sta indagando. Atti di profanazione come questo sono avvertiti come una vergogna per tutta la società”, ha detto mons. Sudarso, condannando con amarezza il gesto. Cosa farà ora la chiesa locale? Cercherà “La giustizia, secondo lo stato di diritto, senza cadere nel tranello della reazione emotiva: prendiamo atto con dispiacere di questo atto ma ci consola la solidarietà ricevuta da molti musulmani che lo disapprovano”. Nell'isola di Sumatra, ha osservato, “vivono popolazioni islamiche che portano avanti un islam tradizionalista, ma va detto che noi cristiani, piccola minoranze, con loro viviamo in pace e che solo sparuti gruppi estremisti tentano di minare la convivenza”.