Utilizzavano cani per combattere: arrestati

Rinchiusi, maltrattati e costretti a combattere per un business clandestino: questo il triste destino riservato a ventotto cani, salvati dalla polizia di New York, da un gruppo di persone che gestiva un Fight club per animali. Gli animali, come riferito da La Stampa, erano detenuti in condizioni pessime, in gabbie senza igiene e ammassate una sull'altra. I cani erano utilizzati per delle lotte in bische clandestine, comprese fra i territori di Manhattan e Long Island: l'operazione delle Forze dell'ordine ha consentito di troncare solo un tentacolo dell'organizzazione clandestina che si celerebbe dietro il locale sequestrato. In arresto sono finite due persone, parte di un giro di illeciti che puntava sui combattimenti fra cani, ritenuto uno dei principali business illegali a livello internazionale.

Come in molti altri casi simili, gli animali versavano in condizioni pietose, non solo a livello igienico (gabbie piccole, sporche e situate in un ambiente malsano) ma anche di nutrimento, tanto da spingere la Polizia newyorkese a definirlo “un caso di crudeltà sugli animali su larga scala protratto da Manhattan a Long Island”. Superfluo dire che a questi animali non era prestata alcun tipo di cura: ai cani impiegati in lotte clandestine, accade spesso di ricevere vessazioni al fine di scatenarne la rabbia una volta sul ring (da dove raramente escono in condizioni tali da poter combattere di nuovo, finendo spesso abbattuti se sopravvissuti ai terribili scontri). In casi precedenti, ai cani erano state sottoposte sostanze anabolizzanti. Sul caso di New York, la Polizia starebbe proseguendo le indagini, al fine di smantellare l'intera organizzazione.