Usa: nuovi video rivelano altre violenze in assalto Congresso

Cinque giorni dopo l’assalto al Congresso dei fan di Donald Trump, emergono nuovi video che rivelano un livello di violenza e aggressività maggiore di quello lasciato vedere dalle prime immagini.

I social mostrano un poliziotto trascinato fuori e picchiato a terra, suoi colleghi aggrediti mentre sono intrappolati nella folla, dimostranti che cantano “impiccare Mike Pence”, un gruppo di rivoltosi che sembra cercare alti dirigenti dentro l’edificio.

Nell’attacco sono stati usati scudi sottratti agli agenti, mazze da hockey, stampelle, bandiere. Oltre 50 agenti della polizia di Capitol Hill sono rimasti feriti, di cui 15 ricoverati, in gran parte per ferite alla testa. Uno è morto.

Usa: in mirino Fbi oltre 150 sospetti per assalto Congresso

Il dipartimento e l’Fbi stanno perseguendo oltre 150 sospetti nelle indagini sull’assalto al Congresso, dopo averne già arrestati e incriminati una quindicina. Lo scrive il New York Times, prevedendo che il numero è destinato a salire.

Il Bureau ha ricevuto oltre 70 mila “soffiate” dopo aver chiesto l’aiuto pubblico per identificare i sospetti che appaiono in varie foto e video. Nel frattempo la polizia di Capitol Hill ha aperto un’indagine interna su 10-15 agenti per il loro ruolo nell’assalto. Due sono già stati sospesi. Gli analisti, prosegue il Nyt, stanno esaminando informazioni per identificare qualsiasi ruolo possano aver giocato organizzazioni terroristiche domestiche o avversari stranieri nel radicalizzare i rivoltosi.

Twitter chiude 70mila account legati a teoria QAnon

Twitter ha chiuso “oltre 70mila account” legati alla teoria cospirazionista di estrema destra QAnon: la decisione segue l’attacco contro Capitol Hill da parte di un gruppo di sostenitori del presidente Donald Trump. Lo ha annunciato la stessa società.

Alla luce “dei violenti eventi di Washington DC e dell’accresciuto rischio di pericolo, venerdì pomeriggio abbiamo cominciato a sospendere in modo permanente migliaia di account dedicati soprattutto alla condivisione di contenuti QAnon”, ha reso noto Twitter. “Da venerdì oltre 70.000 account sono stati sospesi come risultato dei nostri sforzi, con molti casi di numerosi account gestiti da un singolo individuo”.