Sul web la bufala dei soldi raccolti dai cittadini e mai arrivati alle popolazioni terremotate

Le calamità naturali continuano ad abbattersi sul Centro Italia e, puntuali come sempre, al terremoto e alla valanga sono seguite le polemiche “bufala” nate sul web. Sui social ci si scontra su svariati temi, dai supposti ritardi e inefficienze della macchina statale di prevenzione e soccorso, fino alla mancata ricezione dei “fondi per l’emergenza terremoto” che lo Stato ha raccolto grazie alla generosità dei cittadini ma che non verrebbero spesi per far fronte alla crisi attuale. La deputata del M5S, Laura Castelli, ha presentato il 18 gennaio un’interrogazione al governo sul punto, a cui ha risposto Anna Finocchiaro, Ministro per i Rapporti con il Parlamento.

I fondi a cui si fa riferimento sono quelli generati dalle donazioni dei cittadini via sms al numero attivato dalla Protezione Civile. Secondo quanto riferisce in aula la Finocchiaro, il numero 45500 è stato attivato una prima volta dopo il sisma del 24 agosto 2016 e sono stati raccolti 15 milioni 83 mila 594 euro. Una seconda volta dopo le scosse del 26 e 30 ottobre, dal 30 ottobre fino al 30 novembre, e sono stati raccolti oltre 4 milioni di euro. Infine una terza volta, ed è ancora in atto: il numero è stato attivato dal 31 dicembre 2016 e lo sarà fino al 14 febbraio 2017, per finanziare la ricostruzione delle scuole, secondo quanto deciso dal commissario straordinario Errani.

Alle queste somme raccolte via sms vanno poi aggiunti gli oltre 8 milioni di euro raccolti via bonifico bancario sul conto appositamente creato per l’emergenza terremoto. Il tutto per un totale di oltre 29 milioni di euro. Cifre da capogiro che però è solo una percentualmente molto piccola rispetto ai fondi pubblici che vengono stanziati dallo Stato. Se questi soldi arrivati con le donazioni ci sono, perché non vengono spesi? La questione è burocratica: lo stesso accordo che ha istituito la raccolta fondi prevedeva che non sarebbero stati spesi subito.

La Protezione civile ha un protocollo d’intesa vincolante con la Rai e con gli operatori telefonici aderenti all’iniziativa che permette di fare donazioni via sms in casi come questo (Tim, Vodafone, Wind, 3, Postemobile, Coopvoce, Infostrada, Fastweb, Tiscali, Twt, Cloud Italia e Uno Communication). Il protocollo è stato approvato pochi mesi fa, con il decreto n.189 del 17 ottobre 2016, e disciplina l’utilizzo dei fondi raccolti.

In base al testo del protocollo, è in effetti esclusa l’utilizzabilità dei fondi durante la fase emergenziale. Come spiega la Protezione Civile in un suo comunicato, “per la fase di gestione dell’emergenza, infatti, sono destinate tutte le necessarie risorse attraverso i fondi pubblici”.

Ma se i fondi raccolti via sms o via bonifico non si possono usare nella fase emergenziale, a cosa servono? La Protezione Civile precisa che le donazioni raccolte via sms “serviranno per supportare la ricostruzione dei territori colpiti”. In base al protocollo, dunque,  i fondi si potranno usare quando sarà chiusa la raccolta che, iniziata ad agosto 2016, dovrebbe terminare il prossimo 14 febbraio. Nel frattempo le donazioni restano su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria dello Stato in favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Quando sarà terminata la fase di raccolta e la fase emergenziale, secondo il decreto n.189, sarà istituito un Comitato dei garanti, nominati con decreto dal capo della Protezione Civile e dai presidenti delle Regioni coinvolte, con il compito di valutare le varie proposte delle Regioni e del Commissario per la ricostruzione e di sbloccare le risorse. I soldi che sono stati donati dai cittadini italiani ci sono ma saranno utilizzati più avanti, essendo destinati alla ricostruzione e non alla fase di emergenza, che è coperta invece da fondi pubblici.

I fondi pubblici stanziati per il Centro Italia sono molto più consistenti rispetto ai circa 30 milioni raccolti via sms. Il governo ha stanziato, con il decreto legge del 17 ottobre 2016, oltre 300 milioni per il sisma del 24 agosto, prevedendo interventi futuri di ricostruzione per un totale di 4,5 miliardi di spesa pubblica. Inoltre, con tre delibere d’emergenza, ben 120 milioni di euro sono immediatamente stati indirizzati verso le attività di primo soccorso coordinate dalla Protezione Civile.