Sotto la toga niente

Dura, agognata, ma una volta raggiunta è il traguardo più importante e ricco di soddisfazioni che si possa raggiungere in gioventù. Stiamo parlando delle laurea, che per la maggior parte delle ragazze e dei ragazzi che frequentano le università italiane resta un momento unico. E' stato unico, però, certamente non in senso positivo per una ragazza dell'ateneo Aldo Moro, Dipartimento di Taranto. Il fatto risale al 2013, quando una studentessa chiede di sostenere la tesi con il professore, ormai 73enne e in pensione, il quale alla giovane risponde di sì. Ma ad una condizione: “Completamente nuda, indossando solo la toga“. 

Le accuse nei confronti dell'ex professore

Duplice tentativo di concussione, molestie con abuso di potere e autorità, violenza sessuale e abuso di ufficio sono le accuse che pendono nei confronti dell'ex inseganante. Gli eventi finiti sotto inchiesta risalgono al periodo compreso tra il 2012 e il 2016. Il procedimento è coordinato dal pm Antonella De Luca della Procura di Taranto. Sugli atti di indagine vige il più stretto riserbo, eppure da fonti investigative è emerso che si tratta di documentazione dell'Università degli Studi di Bari acquisita nel 2017, da un rapporto dei carabinieri di Leporano del novembre 2017 e di una querela presentata dallo stesso docente nel gennaio 2018. Le presunte vittime alle quali sono state avanzate scioccanti proposte sono quattro. Sul professore pende una richiesta di rinvio a giudizio, dunque la decisione se processarlo o meno adesso spetta al gip

Gli episodi ricostruiti dalla publlica accusa

Una delle vittime, che oggi ha 27 anni, avrebbe mandato una richiesta di incontro al professore. Quest'ultimo avrebbe disposto il ricevimento privato nel suo studio, e se la ragazza si fosse rifutata non le avrebbe fatto passare l'esame. Nello stessa circostanza avrebbe cercato di ottenere dei benefici sessuali, ma che hanno avuto luogo per la contrarietà della giovane. Lei era stato costretta a partecipare all'incontro con l'ufficio chiuso a chiave, inoltre l'uomo avrebbe fatto delle richieste sessuali oralmente, corredandole con espressioni volgari. “Non fare la stronza che ti denuncio, facendo credere che hai compiuto atti osceni in lugo pubblico“. In un'altra occsione il professore avrebbe chiesta ad una ragazza di recarsi in “abiti succinti al colloquio”.