Sistema fognario fuori norma, l’Italia rischia sanzioni dall’Ue

Dalle Alpi alla Sicilia, passando per le note località turistiche del centro, sono migliaia gli impianti fognari del Bel Paese che non rispettano le norme europee, con rischi per l’ambiente e la salute di cittadini e visitatori. La situazione rischia di sfociare in un nuovo rinvio davanti alla Corte di giustizia europea e a multe salate a partire dal 2017 per non aver rispettato le direttive del 1991 sulle acque reflue.

Quasi due terzi delle località sono concentrate in quattro Regioni: Sicilia, Calabria, Campania e Lombardia. Ma il problema riguarda tutta Italia, tranne il Molise, non perchè ci tenga particolarmente all’ambiente, ma perché scarica le sue acque reflue in Puglia e Abruzzo.Sulla penisola, le carenze registrate nel sistema di raccolta e trattamento delle acque di fogna, nonostante i ripetuti allarmi lanciati da Bruxelles, risultano essere molto diffuse.

Già nel 2004 arrivò una prima procedura d’infrazione. Riguardava 80 località e si concluse nel luglio del 2012 con una sentenza di condanna emessa dalla Corte europea. L’8 dicembre del 2016, la Commissione ha deferito l’Italia alla Corte accusandola di non aver rispettato la sentenza del 2012, chiedendo, inoltre, l’applicazione di una doppia sanzione, ovvero una multa di 62,6 milioni di euro, alla quale va aggiunta una penalità di 347 mila euro al giorno.

Una seconda azione risale al 2009, e si è concentrata su 27 località. La sentenza di condanna della Corte però è del 2014 e a distanza di quasi tre anni potrebbe arrivare un secondo deferimento con tanto di multa. Vi è anche una terza procedura d’infrazione, che riguarda ben 852 agglomerati urbani, di cui 175 in Sicilia, 130 in Calabria e 110 in Campania. Del marzo 2015, invece, è l’ultimatum lanciato al Bel Paese per mettersi in regola e Bruxelles fa sapere che si prevede nel 2017 l’arrivo di un nuovo deferimento alla Corte di giustizia.

Nel frattempo continua a salire il conto delle multe europee per le discariche fuorilegge e i rifiuti in Campania. Nel primo caso, l’Italia ha pagato, dalla condanna del 2014 a oggi, circa 140 milioni di euro, riuscendo a dimezzare il numero degli impianti fuori norma. Dal luglio del 2015 sta pagando una multa di 120 mila euro per ogni giorno di mancata applicazione delle norme, la quale sarà bloccata solo quando il nostro Paese dimostrerà che il ciclo di gestioni dei rifiuti funziona al 100%.