Si spacciava per il principe di Montenegro per scroccare vacanze e incontrare vip

Si spacciava per il principe Stefan Cernetic, reale di Montenegro e Macedonia, per scroccare soggiorni in alberghi lussuosi. La truffa è stata ideata e messa in atto da un 57enne di Torino, grazie all’ausilio di un falso profilo social e di documenti taroccati. In questo modo, oltre a passare vacanze extralusso, è riuscito a farsi ricevere in pompa magna da alti prelati, sindaci di mezza Europa e personaggi del mondo dello spettacolo.

L’uomo, denunciato a piede libero insieme al suo accompagnatore (un 63enne originario della provincia di Avellino con molti precedenti per truffa), dovrà rispondere di falsa attestazione di identità personale oltre che possesso e fabbricazione di documenti di identità falsi.

L’indagine è iniziata alla fine del luglio 2016. Uno dei manager del realis di Fasano (Br), dove Cernetic aveva soggiornato, ha presentato il conto all’ambasciata macedone in Italia, secondo le indicazioni del sedicente nobile. Secca la risposta della rappresentanza diplomatica, cui non risultava nulla della presenza del principe nella struttura. La Farnesina ha subito inviato le forze dell’ordine nel Brindisino, munite delle foto del truffatore e del suo complice. Il personale del relais hanno riferito che il falso principe era arrivato a bordo di una Mercedes, con tanto di bandierine del Montenegro poste sul cofano e adesivi del corpo diplomatico. Tutto materiale poi risultato contraffatto. Nel corso delle indagini sono stati anche sequestrati timbri, falsi lascia passare e attestati di premi internazionali della casa reale del Montenegro e diplomi vari.

Una farsa in cui molti sono cascati. A partire da Emilio Romani, sindaco di Monopoli, immortalato accanto al truffatore con tanto di fascia tricolore. Ma anche la celebre attrice Pamela Anderson, insignita dal sedicente reale del titolo di contessa dei Gigli a Santa Margherita Ligure. Vittime di Cernetic, abile trasformista, nel tempo sono stati anche Alberto di Monaco, Emanuele Filiberto di Savoia, lo chef Carlo Cracco e persino il segretario di Stato Vaticano, mons. Pietro Parolin. Tutti sorridenti accanto al truffatore, ben camuffato da nobile. Il suo obiettivo era sempre lo stesso: essere ospitato a scrocco e, magari, guadagnarci qualcosa.