Recensisce ristoranti e prodotti e diventa influencer. Ma era tutto finto

Non è tutto reale quello che si vive. Almeno sui social. È l'oscura realtà della popolare app Instagram portata alla luce da Federico Spinelli, consulente di Marketing Strategico, che ha mostrato come profili “fake”, che non hanno, cioè, corrispondenza con una persona realmente fisica, possano giovare di successo e anche di investimenti da parte delle aziende private.

Secondo quanto riporta Corriere.it, il 26enne veronese ha creato due profili da influencer completamente finti per dimostrare come, spesso, sui social network si possano celare false identità. Come spiega, sono due i profili creati: “Misteriousguy” e “Cicciofoodblogger”. Il primo profilo ricalca il modello degli influencer internazionali che scrivono in inglese. Con un investimento di 300 euro per l'acquisto di “follower” e “like”, Spinelli ha ottenuto circa 3.000 euro di prodotti da parte di aziende private. Il secondo profilo era modellato su quello dei foodblogger italiani: con recensioni e foto “rubate” da altri siti come Tripadvisor, il 26enne ha dimostrato come molti ristoranti, senza tener conto della veridicità del profilo, hanno addirittura offerto al profilo pranzi e cene gratis. 

In questo modo, Spinelli ha dimostrato come spesso i social conservino un “lato oscuro”. Intervistato dal Corriere della Sera, il consulente di marketing ha detto: “Da una parte Instagram cerca di aiutare gli utenti […], dall'altra guarda agli investitori che potrebbero essere dimezzati, se Instagram facesse una pulizia […] dei fake”. Insomma, vale sempre il detto “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. Forse sui social dovremmo tenerlo più a mente.