Produzione ed export di strumenti di tortura, primato alla Cina

 

Non sono destinati alle pellicole cinematografiche né a un museo degli orrori gli strumenti di tortura prodotti dalla Cina, che conta all’attivo 130 aziende rispetto alle 28 del 2004, leader anche nell’esportazione degli strumenti di tortura o costrizione come i ferri serra gambe o le sedie di contenimento o congegni che serrano il collo. La denuncia arriva in un comunicato di Amnesty International e Omega Research Foundation: “I manganelli elettrici, i bastoni acuminati e i congegni serra gambe, sono intrinsecamente crudeli e disumani e dovrebbero essere immediatamente proibiti. Altri strumenti, che potrebbero avere utilizzo legittimo come i gas lacrimogeni, le pallottole di plastica e i veicoli antisommossa, vengono esportati dalla Cina in paesi dove vi è il rischio concreto che possano essere usati per compiere gravi violazioni dei diritti umani”. Patrick Wilcken, ricercatore su commercio di materiali di sicurezza e diritti umani, sottolineando come “questo commercio, che procura immense sofferenze, è in pieno boom poiché le autorità cinesi non fanno nulla per impedire alle aziende di esportare questi congegni o per impedire che strumenti destinati ad attività di polizia finiscano nelle mani di noti violatori dei diritti umani”.

Sempre stando alla relazione di Amnesty International, sarebbero stati rinvenuti questi oggetti di coercizione  in Egitto, Ghana, Madagascar e Senegal. Dalle ricerche – si aggiunge “è emerso che 29 aziende cinesi pubblicizzano i bastoni elettrici”. La Cina li definisce come strumenti per il controllo dell’ordine pubblico e risulta essere l’unico Paese al mondo per la produzione di bastoni acuminati, con punte di metallo disposte lungo la parte terminale o addirittura su tutta la lunghezza dello strumento.