“No ai crocifissi in ospedale”

Ogni tanto qualcuno lo prende di mira. A duemila anni di distanza dalla Passione di Gesù, il crocifisso continua ad essere motivo di fastidio e di polemiche. In Italia è ben nota la lunga querelle, finita persino presso la Corte europea, del simbolo religioso esposto nelle aule scolastiche. Ma, nonostante nel 2011 i giudici europei abbiano assolto il nostro Paese dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione del crocifisso in luoghi pubblici, la polemica periodicamente riaffiora.

La scelta di esporre i crocifissi…

A tirarla fuori i radicali e LeU. A Chivasso, comune del Torinese, il direttore dell'ospedale, Alessandro Gilardi, ha firmato una lettera in cui comunica “che a partire dal 10 giugno verranno posizionati presso tutte le stanze di degenza del presidio i crocifissi. Si raccomanda la massima disponibilità di accesso affinché la manutenzione possa svolgere in tempi brevi il compito di posizionamento. Si ringrazia per la collaborazione”. Scelta condivisa dal direttore dell’azienda sanitaria To4 Lorenzo Ardissone: “Nessuna novità, i crocifissi ci sono sempre stati. Facendo i lavori mesi fa, alcuni crocefissi si erano rotti e abbiamo semplicemente ritenuto di sostituirli”. E poi specifica: “Gli anziani ci tengono particolarmente, ma se un paziente non lo vuole lo togliamo”.

…e la polemica

Non è bastata questa ultima precisazione del direttore dell'azienda sanitaria To4 per placare le urla laiciste pronte a levarsi contro l'ospedale di Chivasso. Silvio Viale, esponente dei Radicali torinesi famoso come ginecologo che rivendica di compiere aborti, tira in ballo la politica: “C'è sempre qualcuno più salviniano di Salvini… Chissà se farà mettere anche un rosario appeso ai letti. Il messaggio è chiaro: se vieni in questo ospedale non ti resta che affidarti a Cristo”. Contrariato anche Marco Grimaldi, capogruppo in Regione Piemonte di Leu, che parla di “meccanismo penoso”. Come riporta Quotidiano Canavese, Grimaldi aggiunge: “Bacia il rosario, appendi il crocifisso e, il giorno stesso, magari spiegaci anche che la colpa di questa crisi è di chi scappa dalla guerra e dalla miseria. Non ci rassegneremo a sto schifo, e tanti credenti e non credenti su questo la pensano allo stesso modo”. Pronta la replica della Ardissone: “La mia richiesta risale a un anno fa, quando le elezioni proprio non c’erano. E se qualcuno pensa che un direttore faccia una scelta del genere per compiacere un nuovo governo regionale allora siamo messi davvero male“.