Musica, l’Italia è la patria della pirateria

[cml_media_alt id='10570']pirat[/cml_media_alt]L’Italia è un paese “mediaticamente” sottosviluppato. Lo afferma Sergio Fasano, rappresentante Siae, che in audizione in commissione Trasporti alla Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, ha affermato che “nel Bel Paese le dimensioni del mercato mediatico evidenziano il nostro grosso sottosviluppo rispetto agli altri principali Paesi Ue come Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna”. Secondo le cifre presentate in audizione, la musica digitale italiana in commercio rappresenta solo un sesto di quella tedesca e di quella inglese. Le ragioni, spiega, sono due: “La scarsa diffusione della banda larga e il fenomeno della pirateria, che ci vede in testa rispetto al panorama europeo insieme alla Spagna”. Il mercato sommerso della musica italiana, infatti, vale ben due volte quello  legale per una grandezza annuale, sottostimata, dai 100 ai 150 milioni, mentre sul fronte degli audiovisivi vale ben 15 volte.

Per questo la Società degli autori ed editori cercherà di “favorire offerte legali di musica digitale sia a livello di player internazionali sia locali, cercando con le licenze di agevolare le startup”.
Il mercato sommerso italiano è uno dei più grandi d’Europa è questa è una delle maggiori cause del rallentamento della nostra economia.