Migliaia di pesci congelati sotto la pista di pattinaggio, chiusa la struttura

Doveva essere uno spettacolo, e invece si è dimostrato un flop mediatico con tanto di chiusura. In Giappone, infatti, una pista di pattinaggio che ha congelato cinquemila pesci nella pavimentazione dell’arena per attirare i visitatori è stata costretta a chiudere, travolta da una valanga di critiche. Il parco divertimenti Space World è costretto a sciogliere il ghiaccio, operazione svoltasi per più di una settimana, vista le enormi dimensioni, al termine della quale si è tenuta una cerimonia shintoista in memoria dei pesci. Aperta il 12 novembre, dopo che 5.000 pesci sono stati congelati sotto la superficie, è stata giudicata immorale e la pista della città di Kitakyushu è stata costretta chiudere.

“Abbiamo ricevuto critiche secondo cui non è una cosa buona usare creature come giocattoli e che è male sprecare il cibo” ha detto. Il parco ha spiegato che i pesci erano già tutti morti al momento dell’acquisto e che erano considerati inadeguati ad essere venduti al mercato. “Abbiamo avuto una discussione interna sulla moralità dell’idea” prima di preparare la decorazione, ha aggiunto. Toshimi Takeda, direttore generale di Space World, ha detto che l’intenzione era di far divertire i clienti che avrebbero anche imparato qualcosa sui pesci e che al cerimonia in memoria dei pesci era già stata programmata prima che le critiche costringessero il parco a chiudere.

La pista coi pesci arriva a poche settimane da un altro episodio che aveva suscitato scalpore, questa volta in Cina. Si chiama Pizza, ed è stato ribattezzato “l’orso polare più triste del mondo”. E lo è, come dimostrano le foto che lo ritraggono all’interno dello spazio in cui vive, nel Grandview Mall, centro commerciale di Guangzhou. Una specie di gabbia che riproduce l’ambiente polare, interamente circondata da pareti in vetro per consentire ai visitatori di fotografarlo. Gli animalisti si erano mobilitati dopo che l’orso “aveva mostrato segni di stress e disturbi legati alle condizioni di vita, all’ambiente che non assomiglia in nulla al suo habitat naturale e alle troppe fotografie scattate di continuo dai visitatori”. Tutti elementi che avrebbero portato Pizza verso “il declino mentale” e la morte.

Da lì sono partite numerose petizioni, a cui hanno aderito milioni di persone, non solo cinesi. E un video pubblicato da Humane Society International ha fatto sì che il caso arrivasse fino agli Stati Uniti, che si erano offerti di far trasferire l’orso nello Yorkshire Wildlife Park, in uno spazio creato appositamente per gli orsi polari. “Nessuna organizzazione estera deve essere coinvolta”, aveva risposto il direttore del centro commericiale. Alla fine però, complice l’attenzione suscitata dalla vicenda, Pizza ha vinto la sua battaglia e verrà riportato nell’Ocean Park nel nord della Cina in cui era nato.