Massacro a Potsdam, uccisi 4 disabili in una casa di cura

Fermata una dipendente della casa diaconale per disabili e trasferita in una clinica psichiatrica, avrebbe confessato l'efferato delitto

Un vero massacro quello avvenuto in una casa diaconale per disabili, nella cittadina di Potsdam. Il fatto si è verificato mercoledì 28 aprile nella nota località ai confini di Berlino. Una dipendente della struttura è stata fermata con l’accusa di aver ucciso quattro persone affette da disabilità.

Per la donna di 51 anni, subito interrogata dalla polizia, il giudice del tribunale ha disposto oggi il trasferimento in un ospedale psichiatrico, secondo quanto ha confermato il procuratore generale di Potsdam all’ANSA.

Dalla valutazione della perizia è emerso che fosse “incapace di intendere e di volere” almeno in parte. Secondo la Bild, dopo aver agito, la 51enne sarebbe rientrata a casa e avrebbe raccontato al marito del suo folle gesto. Sarebbe stato quest’ultimo poi ad allertare la polizia, denunciando la strage avvenuta poco prima.

Stando alle prime ricostruzioni fatte dagli inquirenti, rimasti sul posto nella notte fino all’alba, le vittime risiedevano da tempo nella casa nel quartiere di Babelsberg, alcune fin dall’infanzia. “Sono state ritrovate senza vita dalla polizia, ognuna nella sua stanza”, ha spiegato il procuratore generale Wienfried Lehmann. “Non fornisco dettagli sulle vittime, perché in queste ore vengono ancora informate le famiglie”, ha aggiunto. È la Bild ad aver rivelato invece che il massacro sarebbe stato commesso con un coltello. Elemento che però gli inquirenti non hanno voluto smentire né confermare. La donna avrebbe aggredito le sue quattro vittime, due uomini e due donne, con dei tagli alla gola. Una quinta persona, una 40enne, è rimasta ferita gravemente, ma non è più in pericolo di vita. È stata subito trasferita e soccorsa all’ospedale di Potsdam, dove è tuttora ricoverata.

La città in lutto

La cittadina di Potsdam, molto nota per la residenza estiva di Federico il Grande, il re prussiano che trovava rifugio dalle incombenze del regno nell’ameno castello di “Sanssouci”, oggi è a lutto. E la comunità è sconvolta dalle notizie arrivate dalla casa diaconale: del resto, stando agli esperti, quello che è accaduto è anche “alquanto insolito“. “È un giorno difficile per il Brandeburgo”, ha commentato il presidente del Land Dietmar Woidke alla radio locale BB. Mentre i responsabili della casa di cura hanno riferito di essere paralizzati dalla brutalità degli eventi: “siamo così sconcertati che non riusciamo a reggerci in piedi. Non riusciamo neppure a concentrarci sulle operazioni necessarie per i riti di sepoltura”, ha detto Matthias Fichtmueller, responsabile del consiglio teologico della struttura.