Mascherine non a norma: maxi sequestro nel Casertano

Mascherine sequestrate dalla guardia di Finanza

Una serie di operazioni condotte in questi giorni dalla Guardia di finanza in provincia di Caserta contro la vendita di mascherine di protezione al Covid-19 “farlocche” ha portato al sequestro di oltre 110mila dispositivi professionali Ffp2 e Ffp3 con certificazioni false o mancanti e alla denuncia dei rivenditori per frode in commercio e falsificazione di marchio comunitario.

Le operazioni

Il 12 maggio – scrive askanews – i finanzieri della Compagnia di Capua hanno fatto dei controlli all’interno di un ingrosso di articoli elettrici e per illuminazione di Curti (comune casertano) dove sono state rinvenute 665 mascherine Ffp2 con marchio Ce falsificato e accompagnate da una certificazione altrettanto falsa di un ente non accreditato. Il giorno successivo, il 13 maggio, ad un posto di controllo all’uscita del casello autostradale di Capua (sempre in provincia di Caserta) i Baschi Verdi di Aversa intimato l’Alt a un veicolo commerciale che però, alla vista dei militari, ha tentato una repentina ma improbabile inversione di marcia. Inseguito e bloccato il mezzo, sono stati rinvenuti diversi imballaggi contenenti circa 25mila mascherine con falso marchio Ce destinate a un imprenditore di Pietramelara attivo nel settore del commercio di prodotti informatici. La successiva perquisizione presso la sede dell’impresa destinataria della spedizione ha permesso di rinvenire altre 5mila mascherine identiche per caratteristiche, modalità di packaging, indicazioni e diciture riportate, a quelle irregolari trovate su strada. Verificate le fatture di acquisto è stato possibile accertare che il commerciante aveva già venduto “in nero” altri 95mila pezzi. Nello stesso giorno, i militari della Compagnia di Aversa, in un ingrosso di articoli antincendio e antiinfortunistici di Orta di Atella (Caserta) hanno sequestrato 1.375 mascherine Ffp2 e Kn95, di cui 900 con marchio “Ce” falso e con certificazione altrettanto falsa e altre 475 non certificate e prive del marchio “Ce”. Insomma, una maxi stangata ai tanti furbetti che cercano di frodare sull’emergenza sanitaria.