Malata di cancro, le rimandano l'ecografia di 10 mesi

Ci sono ritardi e ritardi. Per alcuni, come i malati oncologici, il tempo è il discrimine tra la guarigione e la malattia e, in taluni casi, un argine tra la vita e la morte. Quando il ritardo si traduce, dunque, in un disservizio ospedaliero, la cosa risulta inaccettabile. Si tratta del caso di una donna lucana, originaria di Pisticci che, paziente oncologica da quattro anni, ha dovuto aspettare sette mesi per un'ecografia mammaria. La stessa paziente ha deciso di denuciare tutto in un video pubblicato sul web.

Routine e ritardi

Un paziente oncologico pluriennale conosce bene la “brutta routine” cui è sottoposto: visite specialistiche, esami diagnostici, ulteriori visite specialistiche. Le ecografie, tanto quanto le tomografie, sono tra gli esami diagnostici più consigliati dagli oncologi, perché consentono di monitorare l'andamento di una neoplasia, eventuali ricadute e regressioni. Per questo, è importante che tali esami vengano fatti a cadenza fissa, evitando slittamenti o ritardi. Eppure la donna in questione, affetta da un cancro al seno, per un'ecografia ha dovuto aspettare sette mesi dalla data indicata. L'esame in realtà, le era già stato assegnato, eppure il giorno prima dell'ecografia, il Presidio della città di Policoro le ha comunicato, con una telefonata, che il medico mancava. Tutto questo è stato denunciato dalla paziente nel video: “Voglio testimoniare, per voce mia e di tutte le donne, e denunciare questi disservizi” ha detto. Per una presunta vacanza del medico, la paziente ha dovuto rifare la trafila tramite il Centro unico di prenotazione dell'Ospedale per poi sentirsi dire che la prossima data disponibile sarebbe stata ad aprile 2020.

L'appello via web

L'appello della donna sul web arriva, dunque, come voce disperata a nome di tutti quei pazienti che spesso, per presunti disguidi, devono attendere svariati mesi per un esame diagnostico. Per un paziente oncologico, questo potrebbe implicare anche la perdita della vita: “Con questo appello voglio allertare le autorità sanitarie lucane così che possano mobilitarsi per risolvere un problema creato dalla pura e semplice burocraziaha dichiarato la donna alla Gazzetta del Mezzogiorno.