Lo sfregio ai martiri delle foibe

Ogni anno l'approssimarsi del Giorno del Ricordo, con cui l'Italia rende omaggio ai martiri delle foibe e agli esuli giuliano-dalmati, è per qualcuno occasione di far sfoggio di negazionismo storico nonché di sfregio alla memoria di una ferita del nostro Paese.

Il fatto di Milano

A Milano gli ignoti armati di bombolette spray hanno colpito non solo le vittime delle foibe, ma anche un giovane di destra ucciso negli anni '70 dagli avversari politici comunisti. Si tratta di Sergio Ramelli, che fu aggredito il 13 marzo 1975 da un gruppo di persone che lo colpirono al volto e in testa con delle chiavi inglese: il ragazzo nemmeno 19enne morì, dopo oltre un mese di sofferenze, il 29 aprile dello stesso anno. La sua colpa essere esponente del Fronte della Gioventù. Oggi, a distanza di 44 anni da quei fatti, c'è ancora chi ne insulta la memoria scrivendo sui muri “Ramelli assente” (questa la scritta apparsa a Milano). A poca distanza, la scritta “+ Foibe – Fasci”. Su Facebook sbotta Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia): “Fa davvero male vedere, alla vigilia del Giorno del Ricordo, queste scritte indecenti e vigliacche contro Sergio Ramelli e le vittime delle Foibe comparse sul muro di una scuola a Milano. Offendere un ragazzo ucciso a colpi di chiave inglese e migliaia di italiani vittime di un disegno di pulizia etnica: ecco a voi la sinistra che tanto parla di tolleranza e umanità”.

Scritta contro Norma Cossetto

Ma evidentemente, in certi ambienti politico-ideologici non è di casa il rispetto dei morti. A Trento, fuori il cinema Astra, una delle sale italiane in cui si proietta il film sulla tragedia delle foibe “Red Land”, sono apparse una serie di scritte. Oltre a “Nessun ricordo per i fascisti di ieri né spazio per quelli di oggi” e “Fascisti carogne ora e sempre resistenza”, su una delle porte d'ingresso del cinema gli ignoti hanno scritto con la vernice rossa “Norma Cossetto era fascista”. Quest'ultima, protagonista del film in questione, è una giovane italiana torturata e uccisa dai partigiani titini jugoslavi nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani, in Istria. Non è la prima volta che viene presa di mira: nel marzo scorso in pochi giorni si registrò dapprima lo sfregio a un monumento in memoria della Cossetto a Latina, e poi il boicottaggio da parte delle femministe di “Non una di meno” di un evento all'Università di Padova su questa giovane linciata.