L'Imam: “Tagliare il clitoride o la donna ha troppo desiderio”

Se la donna ha una lunghezza in eccesso del clitoride ha un grande desiderio di intimità. Rimuovendo questo piccolo pezzo, la relazioni di quella donna si normalizzeranno”. E' la teoria choc, ovviamemente senza pretese scientifiche, di Ahmad Abul Baraa, noto predicatore salafita tedesco di origine palestinese, arrivato in Germania come profugo anni or sono.

Baraa fa opera di proselitismo a Berlino nella moschea “As Sahaba”, forse non a caso accanto alla moschea “Al Nur”, famosa per il reclutamento dei fondamentalisti islamici. Baraa è molto noto sui social dove è stato definito “predicatore del male”. 

L'infibulazione

L'infibulazione – una mutilazione genitale femminile consistente nell'asportazione della clitoride – e l'escissione della clitoride non sono pratiche menzionate dal Corano: non è dunque richiesta dall'Islam alcuna forma di manipolazione dei genitali che rechi danno fisico alla donna. Secondo diversi studiosi non è neppure considerato accettabile nell'Islam che sia limitato il piacere sessuale della donna.

Pratica frequente

Eppure, è una pratica usata largamente in alcuni Paesi a maggioranza islamici (essenzialmente la parte meridionale dell'Egitto, Sudan, Somalia, Eritrea, Senegal, Guinea), dove viene consigliata come sistema ritenuto utile a mantenere intatta l'illibatezza della donna. Una donna non infibulata viene considerata impura; pertanto, non riesce a trovare marito e rischia l'allontanamento dalla società.

Sono molte le organizzazioni internazionali che combattono tale piaga, principalmente di natura culturale e tribale. Nel dicembre 2008 è stato organizzato al Cairo (Egitto) una conferenza internazionale per l'abbandono delle mutilazioni genitali femminili. Ciò nonostante, nel 2017, in Germania, un imam ancora consiglia l'asportazione del clitoride. Il cammino verso la parità delle donne, anche inerentemente al piacere, è davvero molto lungo.