LICENZIATI DALLA DISNEY E COSTRETTI A FORMARE I LORO SOSTITUTI

Sono 250 i dipendenti americani della Disney licenziati dall’azienda che però ha avuto la sfacciataggine di chiedere, prima che se ne andassero, di “formare” i sostituti alle mansioni da loro svolte fino al giorno prima. È quanto denunciano i diretti interessati che, dopo anni di lavoro nel colosso statunitense dell’intrattenimento da 47 miliardi di dollari di fatturato annuo, hanno ricevuto il “pink slips” – o “benservito” – e sono stati sostituti da lavoratori stranieri con visto H-1B. La motivazione? Tagli alle spese.

Il visto H1-B è uno degli argomenti più dibattuti in tema di immigrazione degli ultimi anni. Il principio per cui viene concesso un visto di tale categoria è che il cittadino straniero debba avere delle professionalità specifiche e insostituibili. Secondo alcune organizzazioni del lavoro americane, però, è solo un modo sfruttato dalle aziende per sostituire figure professionali americane con lavoratori stranieri meno onerosi in termini di retribuzione e contributi.

La Walt Disney Company, da parte sua, si difende spiegando di aver offerto uno “stay bonus” pari al 10% di tutti i contributi maturati nel corso della carriera per insegnare ai sostituti come lavorare. Praticamente, pochi spicci rispetto alla mortificazione che gli ex lavoratori dovranno subire nei prossimi mesi. Un’umiliazione che non tutti però hanno accettato di buon grado, visto che un certo numero di ostracizzati ha preferito rinunciare a incentivi e scivoli rifiutandosi di formare i sostituti. Almeno loro, difronte a questa palese ingiustizia, hanno scelto di non stare “bonus”!