Legge contro l’omotransfobia, Gandolfini (Family Day): “Norma liberticida”

“Si potrà dire che l’utero in affitto è una pratica abominevole?” è la domanda che si fa Massimo Gandolfini, leader del Family Day, contro la proposta Zan, con la quale s’intende modificare due articoli del Codice Penale: il primo, l’art. 604 bis cp, che sanziona, tra le altre, quelle condotte volte a discriminare o a commettere atti di violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; il secondo, l’art. 604 ter cp, che prevede delle aggravanti per alcuni reati se commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso: “È una misura che crea un super-cittadino iper-tutelato in virtù del suo orientamento sessuale”, afferma.

Rivendicazioni Lgbt

“Con l’Italia piena emergenza coronavirus, la maggioranza di governo, invece di occupare ogni singolo minuto della sua attività politica per dare risposte concrete e rapide a imprese e famiglie, si prepara a varare una nuova legge sull’omotransfobia, forzando le prerogative del parlamento e il dibattito democratico su un provvedimento intrinsecamente liberticida” sottolinea Gandolfini. In merito alla proposta di legge, aggiunge: “Esistono tutti gli strumenti legislativi necessari per perseguire ogni forma di discriminazione” sostiene il leader del Family Day, che critica una legge simbolo che affida un pesante compito pedagogico, minacciando pene per coloro che non abbracciano tutte le rivendicazioni dei movimenti Lgbt più estremi, che relativizzano persino il sesso di nascita e il diritto del bambino all’identità”

Pronti a manifestare

Al centro del j’accuse del leader del Family Day, v’è soprattutto l’agibilità politica di chi vuole difendere il diritto naturale e i diritti dei bambini. “Non permetteremo che tutto questo passi nel silenzio generale e malgrado il clima di emergenza che vive il Paese siamo pronti a manifestare pubblicamente il nostro dissenso con tutti i simpatizzanti dei movimenti pro family italiani e con le famiglie che credono nella libertà educativa” conclude Gandolfini.