L’ASSURDA PREVENZIONE DEL SUICIDIO: GIOVANI SI FANNO CHIUDERE NELLE BARE

Il suicidio è ormai divenuta una vera e propria piaga sociale della Corea del Sud, specie tra i giovani under 35. Un numero enorme di persone sono affette da attacchi depressivi e – secondo le ultime statistiche – almeno 40 persone ogni giorno si tolgono la vita. Le cause sono molteplici: un modello economico iper competitivo, un capitalismo che non lascia il tempo agli affetti e al riposo causa di esaurimento mentale, ma anche – nei teen ager – l’uscita anticipata dal nucleo familiare e lo stress del dover prendere voti alti a scuola per ottenere gli sconti sulle salatissime rette scolastiche.

Il governo di Seul, nel tentativo di fronteggiare il costate aumento del numero dei suicidi – che rappresenta la prima causa di morte fra i giovani nella fascia di età tra 9 e 24 anni – ha avviato un’iniziativa a dir poco bizzarra, se non addirittura controproducente. Alcuni istituti propongono a uomini e donne di ogni età un’esperienza “al limite” facendoli rinchiudere (vivi) in una bara per qualche ora per provare come si sta da morti. Un’idea nata per coinvolgere soprattutto i giovani, chiamati ad assistere a vere e proprie lezioni da presunti esperti che spiegano perché, comunque vada, è molto meglio vivere che suicidarsi. Anche se la vita talvolta può essere molto dura, spiegano i sedicenti studiosi, è certamente meglio del rimanere chiusi “in scatola” per sempre. E se qualcuno dei partecipanti si trovasse a suo agio nella bara meglio che a casa propria, viene da chiedersi, quali sarebbero le conseguenze? Lodevole l’intento; decisamente meno l’iniziativa.