La vignetta choc su Auschwitz costa cara al fumettista

Decisamente poco opportuno affiancare la memoria di fatti terribili della storia umana a un modo di far satira. Dev0essere quello che ha pensato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, al momento di rimuovere il disegnatore Mario Improta dal ruolo di vignettista del Campidoglio, autore di una controversa vignetta che paragona esplicitamente l'Unione europea al lager di Auschwitz, raffigurando un detenuto (dai tratti vagamente simili a quelli del premier britannico Boris Johnson) con tanto di pigiama a righe che fugge soddisfatto sventolando lo Union Jack. Un modo decisamente sconveniente, a quanto pare, di raccontare la Brexit per immagini (e più in generale un'Unione che “tiene prigionieri” i suoi Stati membri) scatenando al contempo un'ondata di critiche inevitabili: “Fare satira utilizzando Auschwitz è un errore pericoloso – ha scritto su Twitter la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello -. Non si può relativizzare la Memoria per fini politici sopratutto quando ci si assume la responsabilità di produrre materiale per gli studenti. Spero che la collaborazione con il Comune termini quanto prima”.

Condanna unanime

Il caso, sollevato nella giornata di ieri dal Partito democratico, ha in breve fatto letteralmente il giro d'Europa tanto che, via Twitter, è intervenuto addirittura l'Auschwitz Memorial, fermo nel condannare i riferimenti al campo di concentramento presenti nella vignetta: “'Arbeit macht frei' era un'illusione cinica che le SS davano ai prigionieri di #Auschwitz. Quelle parole sono diventate una delle icone dell'odio umano. È doloroso per la memoria di Auschwitz e delle sue vittime vedere questo simbolo strumentalizzato e vergognosamente abusato“. La stessa sindaca Raggi (che a Marione aveva affidato la realizzazione del fumetto civico), dai suoi canali ufficiali, aveva precisato che “quella vignetta non ha nulla a che vedere con l'amministrazione ma ci tengo a dire che non rappresenta il mio pensiero e contrasta con la mia sensibilità su temi che mi hanno sempre vista impegnata in prima persona. Bisogna fare molta attenzione quando si toccano tematiche come i campi di sterminio e le persecuzioni naziste”. Alcuni commenti sono piovuti anche dalla Gran Bretagna stessa, con alcuni cittadini che non hanno gradito i riferimenti presenti al loro Paese. In sostanza, una bocciatura su tutta la linea e, per una volta, anche unanime. E a poco è servito il passo indietro (vignetta modificata, con una latrina al posto del lager), con scuse annesse, dell'autore.