La pubblicità porno che indigna l'Italia

Se l'obiettivo era quello di attirare attenzione, sicuramente il cartellone pubblicitario che ritrae due giovani in una posa inequivocabilmente sessuale ha fatto centro. Non è certo passato inosservato a residenti e passanti di Napoli e Milano, le due città in cui è apparso.

Nella città partenopea è stato affisso anche davanti all'ospedale Santobono-Pausilipon. Serve “una regolamentazione delle affissioni perché se è vero che bisogna lasciare libertà ai pubblicitari è vero anche che non possiamo tollerare che vengano affissi manifesti ai limiti dell’osceno e della violenza a ridosso di un ospedale pediatrico”. A chiederlo sono stati i Verdi attraverso il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e con lui la responsabile dei diritti degli animali dei Verdi, Patrizia Cipullo.

A seguito delle numerose proteste, il Municipio aveva deciso di far rimuovere il cartellone, mentre l'azienda, che produce vestiti, aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook una nota per scusarsi. Non solo, oltre alle scuse era scattata anche la rimozione di tutti i cartelloni. “Siamo mortificati per l’accaduto e chiediamo scusa per l’affissione nei pressi dell’ospedale pediatrico – si legge -, purtroppo per una questione di tempistiche burocratiche non abbiamo avuto il tempo di controllare ogni posizione specifica dei 200 cartelloni pubblicitari affissi”.

“Ci teniamo però a precisare — avevano scritto nella nota — che in nessun modo la nostra campagna è volta ad offendere minimamente la figura femminile ne tanto meno a sminuirla. Il concept del nostro brand – si leggeva su Facebook – è incentrato quasi interamente sulla figura della donna forte ed indipendente e che non ha paura di ostentare la sua femminilità. In un mondo in cui ogni giorno ci svegliamo ed apprendiamo purtroppo notizie di femminicidio ed eventi similari la nostra voleva essere una rivolta con l’intento di elogiare la parità dei sessi in modo un po’ estremo forse certo ma pur sempre lecito“. Spento il fuoco delle polemiche a Napoli, si è riacceso tuttavia a Milano.